La magia del cinema ambulante in Africa sub sahariana

di claudia

di Annamaria Gallone

Nei villaggi più remoti del continente, dove i palazzetti del cinema non ci sono e talvolta nemmeno l’elettricità, la magia della settima arte può comunque prendere vita. Ce ne parla la nostra esperta di cinema africano, che ha avuto la possibilità di assistere più volte a questo miracolo grazie ai cinema ambulanti.

Ho assistito tante volte al miracolo, in diversi luoghi dell’Africa sub sahariana. Arriva dal nulla un camion, subito circondato da uno sciame di bambini festanti: rapidamente viene montato un telone e un generatore di corrente e, come scende il buio, la gente del villaggio e di quelli vicini si siede a terra per assistere a una proiezione cinematografica dove il cinema non c’è e neanche l’elettricità. In genere si assiste a filmati che divertono, ma hanno quasi sempre un valore educativo rispetto a diverse tematiche.

In Burkina Faso ho assistito a una proiezione in un villaggio sperduto nella savana: si trattava del cortometraggio Safi, la piccola madre, che racconta come, secondo un’antica tradizione, una bambina di dieci anni porti in salvo il fratellino neonato destinato ad essere sacrificato, perché la madre è morta dandolo alla luce. In questo caso si trattava di disobbedire a un’assurda superstizione radicata nel tempo e la partecipazione del pubblico e la discussione che ne è seguita è stata straordinaria.

Tante sono state le iniziative occidentali per organizzare il CINEMAAMBULANTE, a cominciare da CinemArena, con quasi 20 anni di esperienza, finanziato dalla Cooperazione Italiana che conduce campagne educative e d’informazione su diverse tematiche sociali e sanitarie. Viaggiando da un paese all’altro, la carovana di CinemArena si ferma in tante aree urbane e rurali, raggiungendo comunità particolarmente soggette al fenomeno migratorio e rivolgendosi non solo alle giovani generazioni ma anche alle famiglie, che di solito svolgono un ruolo chiave nella decisione del migrante di lasciare il proprio paese. Un progetto che si rivolge ai potenziali migranti e far conoscere loro i rischi e i pericoli, promuovendo una corretta informazione. Il progetto si basa sul coinvolgimento attivo delle comunità locali e dei vari attori della società civile; per la sua peculiarità, l’affluenza di spettatori ad ogni proiezione è sempre molto alta. Il messaggio trasmesso assume un valore straordinariamente importante in termini di impatto sociale. Questo è quello che il cinema itinerante ha già proposto in oltre 200 villaggi tra Senegal, Costa d’Avorio, Guinea, Gambia, Nigeria e Sudan fino ad aprile 2019.

Grazie ai suoi mezzi 4×4 equipaggiati con maxischermo e impianto fotovoltaico, le proiezioni nei villaggi possono durare fino a quattro ore. Nell’ultima edizione del cinema itinerante, gli abitanti sono stati coinvolti nella registrazione di interviste e sketch – in questa occasione sul tema della migrazione – poi proiettati nel corso dell’evento.

Ma l’iniziativa di Cinemarena, nata nel 2002, non si è limitata solo alla tematica dell’immigrazione. Negli anni ha promosso campagne educative e di informazione su temi diversi, come per esempio nel campo della salute, in particolare con la prevenzione dall’Hiv, oppure, come successo in Mozambico nell’estate 2018, pure i mondiali di calcio.

Proprio in Mozambico da agosto a novembre 2001, un vero e proprio circo ambulante di cinema ha attraversato tutto il Paese, da Maputo a Pemba proiettando film mozambicani, europei e americani per adulti e per bambini. Tutte le sere di fronte a migliaia di persone, e di giorno nelle scuole e negli ospedali, il cinema ambulante è stato uno strumento straordinario per la campagna informativa sull’AIDS. Coloro che il cinema l’avevano dimenticato e coloro che, nei villaggi più remoti, non avevano mai avuto la possibilità di vedere immagini in movimento sul grande schermo, sono stati coinvolti in questa esperienza unica dalla troupe di Cinemovel, composta da 8 italiani e 16 mozambicani. 

Nel 2001, con l’avanzare delle nuove tecnologie la scommessa era vedere l’Africa connessa al web, che produce immagini, si racconta e comunica col resto del mondo. A confermare la bontà dell’intuizione, per primo l’interesse del Museo di Arte Contemporanea di Seattle (mentre la carovana di cinema itinerante era ancora in viaggio), poi quello di oltre 20 Festival cinematografici internazionali e varie Università. per lo più statunitensi. L’esperienza pilota di Cinemovel in Mozambico ha avuto risonanza internazionale, sollecitando l’interesse di istituzioni, imprese, organizzazioni pubbliche e private. Il progetto, attraverso la formazione e l’avviamento di figure professionali (le attività di Cinemovel nel paese sono proseguite fino al 2006), ha contribuito a dare impulso alla creazione di attività sostenibili di cinema itinerante oggi emanazione diretta del Ministero della salute mozambicano.

Sull’esperienza mozambicana, Cinemovel ha prodotto il film Mozambico dove va il cinema, selezionato da oltre 20 Festival internazionali e premiato al Black International Cinema di Berlino nel 2003; il cd della colonna sonora del film The best of Chico Antonio (con CNI); il libro fotografico Cinemovel: immagini sul cinema itinerante da Maputo a Pemba.

Sostenitori sono stati: CMC, Union Comunicazione, con la partecipazione di UNDP, UNAIDS, Cooperazione italiana, Ambasciata d’Italia, e la partnership con l’Associazione dei cineasti mozambicani. Nel corso del 2016 e del 2017, in Burkina Faso e in Senegal.  

Sempre mirate allo stesso scopo, il cinema all’aperto è realizzato dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) in sinergia con la campagna informativa Aware Migrants  che raccoglie testimonianze dei migranti sopravvissuti al viaggio e arrivati in Europa. Nelle interviste i protagonisti raccontano ipericoli affrontati a partire dall’attraversamento nel deserto fino alla traversata del mar Mediterraneo  e senza nascondere il rischio di un respingimento nel paese di origine una volta arrivati.

 Dal canto suo Il CNA francese è la struttura di coordinamento dell’Association Cinéma Numérique Ambulant che porta il cinema nella maggior parte dei Paesi francofoni dell’Africa sub sahariana: in Bénin, Burkina Faso, Camerun, Mali, Costa d’Avorio, Niger, Togo, Ciad, Costa d’Avorio… A volte le proiezioni avvengono anche nelle aree urbane dove le antiche sale cinematografiche sono ormai fatiscenti oppure sono state trasformate in supermercati o sedi delle varie sette religiose.

Ed esiste un altro cinema itinerante nato dal progetto spontaneo di due giovani. È il Cinéma du Désert inventato da una coppia di instancabili, avventurosi italiani di Rovereto, Francesca Truzzi e Davide Bortot. Era il 2009 e il tutto è partito dal loro sogno di trasferirsi in Africa viaggiando su un camion che è divenuto la loro casa. Avevano contattato l’ong Bambini del deserto e avevano portato con sé parecchio materiale destinato ai progetti che l’associazione aveva in Mali. Quando il loro camion è rimasto insabbiato per una settimana tra Mopti e Timbuctu, per ricambiare la generosità della gente del logo che li aveva aiutati, hanno pensato di mostrare qualche film con il loro piccolo proiettore. Le loro prime proiezioni sono state cartoni animati che hanno incantato non solo i bambini, ma anche gli adulti. Era solo l’inizio di un lunghissimo viaggio che continua anche oggi, con l’aiuto di nuovi volontari. Le proiezioni sono a impatto zero, perché grazie al sistema fotovoltaico posto sul tetto del camion, viene immagazzinata energia sufficiente per 6 ore di proiezioni. Ai più piccoli sono sempre destinati cartoni animati, mentre per gli adulti vengono proiettati film che trattano sempre il rapporto uomo-natura e il corretto sfruttamento delle risorse.

  Così, gratuitamente, i nostri “missionari” offrono un libero     accesso alla cultura, al gioco e al divertimento grazie al cinema, magia spesso sconosciuta. E tutto ciò non in senso unico, poiché sempre avviene uno scambio con le culture locali.

L’ultima, recentissima tappa, è stata l’Angola, nei suoi villaggi più sperduti.

FOTO DI APERTURA: ANDREA FRAZZETTA

Condividi

Altre letture correlate: