Il giacinto acquatico è una pianta infestante che sta propagandosi nella laguna su cui sorge la capitale economica della Nigeria. Una sciagura per la popolazione, che sta correndo ai ripari
«Questo è tutto ciò che ho raccolto in una mattinata di lavoro», sbuffa Solomon Omoyajowo, mostrando una manciata di pesciolini sul fondo della sua canoa. Il pescatore, 45 anni, è costretto a spingersi con la sua fragile imbarcazione sempre più al largo, quasi in mare aperto, perché il fiume Ogun oramai è impraticabile a causa dell’invasione del giacinto acquatico. «Molti pescatori si sono arresi e hanno abbandonato le loro barche. Noi resistiamo, ma facciamo sempre più fatica a sfamare le nostre famiglie», aggiunge asciugandosi con il braccio i rivoli di sudore che gli rigano il volto. «La marea verde soffoca i pesci e il nostro lavoro… Spero che il governo intervenga presto per eliminare il flagello di queste erbacce».
Pescatori in crisi
Originario del Sud America, il giacinto acquatico ha già provocato seri danni ambientali ed economici in diverse parti dell’Africa. Un folto tappeto verde ha infestato ampie porzioni del Lago Vittoria, il più grande specchio d’acqua del continente, causando gravi problemi alla pesca e alla navigazione. In Nigeria l’infestante è giunta dal vicino Benin all’inizio degli anni Ottanta. Prima ha colonizzato le insenature di Badagry, a ovest di Lagos, poi è dilagata per ogni fiume del Paese, fino a invadere il Delta del Niger, la regione petrolifera della nazione. L’impatto – economico, sociale, ambientale – che sta avendo è devastante. Secondo un studio condotto dall’Università Obafemi Awolowo, la sua diffusione metterebbe a rischio un terzo dell’approvvigionamento ittico locale, una fonte economica e alimentare su cui fanno affidamento milioni di persone.
Traffico in tilt
«È diventato una minaccia per gli ecosistemi marini di Lagos», afferma Nkechi Ajayi, portavoce dell’Autorità statale delle vie navigabili. «Inoltre rischia di mettere in ginocchio le già vulnerabili comunità fluviali».
Anche il traffico sull’acqua è a rischio. I gestori delle imbarcazioni per il trasporto pubblico lamentano motori danneggiati e aumento di incidenti e di guasti. «Navigare tra queste distese di erbacce galleggianti è rischioso, perché sulle eliche si attorcigliano le radici lunghe e ramificate celate sotto le acque torbide», spiega il conducente di una barca, John Ibikunle, mentre attende i passeggeri nei pressi dello slum di Makoko. «Molti pendolari, che un tempo preferivano il trasporto via acqua per evitare di restare intrappolati nel traffico infernale di Lagos, ora stanno tornando sulle strade perché il giacinto acquatico rappresenta una minaccia ben maggiore».
Possibile risorsa
«È un problema serio», concorda Abisola Kamson, capo dell’Autorità statale delle vie navigabili. «Per scongiurare il pericolo che la pianta paralizzi la metropoli ci siamo procurati due speciali macchine per la disinfestazione. Sono grossi tosaerba galleggianti, frantumano l’erba e immagazzinano i detriti a bordo». E c’è chi ha persino trovato il modo di trasformare l’invasione verde in un business redditizio. Achenyo Idachaba ha creato una ditta che trasforma l’erba infestante in prodotti artigianali di uso comune, come cesti e borse. «Preleviamo i giacinti dai canali e poi li asciughiamo al sole prima di trasformarli in corde vegetali che saranno intrecciate per realizzare manufatti».
Non solo. Ricercatori dell’Università di Lagos hanno ideato il progetto di un impianto di trasformazione della terrificante pianta in biomassa utile alla produzione di energia elettrica. Come dice il detto, non tutto il male vien per nuocere.
(testo di Joel Olatunde – foto di Pius Utomi Ekpei/Afp)