di Claudia Volonterio
Mancano poche settimane all’inizio della settimana della moda milanese, appuntamento glamour imperdibile per gli addetti ai lavori e gli appassionati di moda. Tra i tanti stilisti che presenteranno le loro collezioni ci sarà anche Taibo Bacar, stilista mozambicano che si è distinto sulla scena internazionale per essere il primo designer di moda ad aver partecipato alla prestigiosa Fashion Week milanese con il suo brand, nel 2010.
Torna il 22 settembre la settimana della moda femminile a Milano dedicata alle collezioni primavera-estate 2023. Tra i protagonisti, in occasione di uno degli eventi più attesi e glamour, “Geometria” a cura di “Fashion Vibes” che si svolgerà presso la Società Umanitaria, ci sarà anche Taibo Bacar, stilista mozambicano di successo, con il suo omonimo marchio fondato nel 2008.
Il giovane designer porta sulle passerelle collezioni che si ispirano alle sue radici e si distinguono, tra i tanti pregi, per la capacità di riutilizzare in modo artistico e innovativo i materiali. La paglia ad esempio, che in Mozambico è utilizzata per la realizzazione di cesti, tappeti, e decorazioni, viene reinterpretata e utilizzata spesso come inserto in girocolli, ombrelli, traversine e borsette.
La passione per la moda di Taibo Bacar è nata quando lui era piccolo, osservando sua madre mentre cuciva, poiché lavorava come sarta. Macchine da cucire, tessuti e disegni sono stati il suo pane quotidiano. Crescendo ha capito che la moda sarebbe stata il suo futuro e nel 2008 ha lanciato sul mercato la sua etichetta. Il riscontro del pubblico e del settore è stato positivo, anche se c’è ancora molto da fare, sottolinea Bacar in un’intervista su Lifestyle.com, mantenendo una proverbiale modestia, nonostante lo stilista sia annoverato oggi come uno degli stilisti più di successo del continente.
Una delle sue collezioni che ha riscontrato maggiore interesse e riscontro del pubblico, lanciata nel 2017, si ispira alla forza delle donne e celebra la ricchezza culturale del Mozambico integrata nella società globale, preservandone però l’identità unica.
Se il riscontro sul mercato del suo brand è stato positivo, la strada non è sta facile ed è ancora in salita. Ciò che ha pesato di più, sottolinea Bacar, è stata la mancanza di un’industria della moda in Mozambico. Qualcosa, negli ultimi tempi, sta cambiando. “Quando ho iniziato a Maputo avevamo pochi negozi che vendevano tessuti, non una grande varietà o qualità, niente industria tessile, niente corsi di moda, niente marketing orientato alla moda, fotografia o agenzie di modelli. Quindi in pratica sognavo di diventare un designer in un posto dove era quasi impossibile a causa della mancanza di infrastrutture, istruzione, rete e industria. Al giorno d’oggi quella realtà sta cambiando poiché puoi trovare sempre più affari e servizi legati alla moda, ma è ancora molto povera rispetto a molti altri paesi” spiega lo stilista.
Il continente africano è un posto con un grande potenziale nel settore della moda, tanti giovani se ne sono accorti e stanno investendo proprio su questo. “Il mondo ha gli occhi puntati su di noi, abbiamo fantastici marchi africani che fanno cose incredibili e posizionano i loro prodotti a livello internazionale”. Gli eventi internazionali e i social media si sono rivelati piattaforme importanti e da valorizzare, poiché in grado di cambiare la prospettiva e far crescere i talenti. Taibo Bacar e tanti giovani come lui hanno grandi speranze e lavorano ogni giorno per costruirsi per un futuro, non solo nell’ambito della moda.