C’è grande preoccupazione in Nigeria in relazione all’indebitamento del Paese con la Cina. Dai dati pubblicati dall’Ufficio Gestione del Debito (Dmo) e riportati dai giornali risulta che l’amministrazione guidata da Muhammed Buhari, dal 2015, ha preso in prestito dalla Cina una somma pari a 2,02 miliardi di dollari. Al 30 giugno 2015 il debito complessivi della Nigeria dalla Cina era di 1,38 miliardi di dollari. Tuttavia, al 31 marzo 2020, il portafoglio del debito risultava salito a 3,40 miliardi di dollari.
L’Ufficio Gestione del Debito (Dmo) riferisce che i prestiti dalla Cina sono agevolati con tassi di interesse del 2,50% annuo, hanno una durata di venti anni e un periodo di grazia (moratoria) di sette anni. L’ufficio riferisce anche che i termini dei prestiti risultano conformi alle disposizioni della Sezione 41 del Fiscal Responsibility Act del 2007, che definisce i criteri di conformità.
Tutti i prestiti contratti con la Cina sono legati ai progetti. I progetti (undici al 31 marzo 2020) comprendono il Progetto di modernizzazione delle ferrovie nigeriane (sezione Idu-Kaduna), il progetto di metropolitana leggera di Abuja, il progetto di espansione dei quattro terminal aeroportuali nigeriani (Abuja, Kano, Lagos e Port Harcourt), il progetto di modernizzazione delle ferrovie nigeriane (sezione Lagos-Ibadan) e il progetto di riabilitazione e ammodernamento della strada Abuja-Keffi-Makurdi.
Secondo l’Ufficio Gestione del Debito (Dmo) i bassi tassi di interesse sui prestiti hanno ridotto il costo degli interessi per il governo, mentre il lungo termine consente il rimborso della somma capitale dei prestiti in molti anni. Tra i nigeriani tuttavia permangono timori in particolare in relazione alla possibilità che il Paese perda alcuni dei progetti in caso di inadempienza del prestito.
La paura, riferiscono i giornali locali, è cresciuta quando il ministro dei Trasporti, Rotimi Amaechi, lo socrso anno, ha confermato che il Paese ha rinunciato alla sua immunità sovrana per ottenere prestiti cinesi. Il ministro aveva successivamente aggiunto che fino a quando i debiti fossero stati ripagati, la Cina non avrebbe rivendicato alcuna infrastruttura. “Dobbiamo imparare a pagare i nostri debiti e stiamo pagando, e una volta che tu paghi, nessuno verrà a prendere i tuoi beni”, aveva detto.
Nonostante l’assicurazione, persiste il timore che i prestiti cinesi contengano alcune clausole non esplicite che potrebbero violare la sovranità della nazione, soprattutto perché gli accordi di prestito non sono di dominio pubblico. Amaechi ha negato la conoscenza di qualsiasi clausola che consegni un bene nazionale alla Cina in caso di inadempienza in un’intervista rilasciata ieri ad AriseTV. Durante l’intervista Amaechi ha rivelato inoltre che l’amministrazione in carica avrebbe pagato 150 milioni di dollari dei 500 presi in prestito da quella precedente, guidata dal presidente Goodluck Jonathan, per il progetto Abuja-Kaduna Rail.