Ndileka Mandela non voterà più l’African National Congress perché non si riconosce più nel partito. L’Anc, a suo parere, non rappresenta più i valori di giustizia e uguaglianza per i quali Nelson Mandela, leader della rivolta anti apartheid e primo Presidente nero sudafricano, si era battuto. Secondo Ndikela, negli ultimi anni il partito ha trascurato i poveri. Non ha più lottato per il loro riscatto. «Non voterò per una formazione che non rappresenta ciò per cui mio nonno e i suoi compagni si sono spesi per anni», ha detto all’emittente «News 24 Sud Africa».
Ndileka Mandela, 52 anni, è infermiera, ma la sua occupazione principale è la gestione della fondazione che la famiglia Mandela ha creato per aiutare i contadini. Nell’intervista è stata molto dura affermando anche che l’Anc, negli anni in cui ha gestito il potere, ha sperperato ingenti risorse pubbliche. Ciò che l’ha convinta a non dare più il voto alla formazione di cui suo nonno è stato leader indiscusso, è il continuo peggioramento delle condizioni dei malati psichiatrici che non godono più dell’assistenza necessaria.
Suo fratello Mandla si è affrettato a chiederle di ritornare sui suoi passi: «Ripensa alla tua decisione – ha scritto in una lettera aperta -. Per favore non buttare via il bambino con l’acqua sporca. Siamo insoddisfatti dell’Anc, ma è nostro obbligo lottare per cambiare le cose. L’Anc è il cuore pulsante della nostra famiglia. Si possono solo immaginare le crisi e le sfide che nostro nonno ha dovuto affrontare da quando ha aderito al movimento nel 1944». Mandla ha quindi esortato la sorella a rimanere all’interno del partito e a infondere nuova vita in esso, a «re-inculcare i valori e i principi che sono alla base della nostra democrazia». Nella sua lettera ha descritto la mossa della sua sorella come «straziante».
Ma Ndileka non sembra disposta a cambiare idea.