La pazienza dello ndop

di claudia

di Stefania Ragusa

Lo ndze ndop, tessuto tradizionale del nord-ovest del Camerun, era in origine usato come moneta di scambio. Fu quindi adottato dai capi bamileke come stoffa reale. Nel 2018, Hermès ha realizzato una collezione di sciarpe di seta ispirate ai motivi e colori ndop, attirandosi l’accusa di appropriazione culturale. In realtà appropriarsi davvero di questo storico tessuto è complicato: a detenere il know-how e la pazienza necessari per realizzare uno ndop autentico sono rimaste oggi pochissime persone. C’è un’associazione però che si è attivata per rinvigorire questo antico sapere. Sauvons le Ndop è stata fondata da Hermann Yongueu, un ragioniere 35enne, e punta al riconoscimento dell’Unesco.

Nella sua forma originale, lo ndop è costituito da nastri di rafia larghi circa 5 centimetri chiamati gabaga, cuciti insieme per formare grandi pezzi decorati. Su ciascuno, utilizzando una forchetta di bambù imbevuta di inchiostro di fuliggine, sono tracciate le linee principali che compongono i motivi. Questi vengono successivamente ricoperti con delle cuciture. Il tessuto viene poi messo in ammollo in una soluzione neutra, quindi immerso in un bagno colorante blu e infine strizzato ed esposto al sole. La luce fa ossidare il colorante conferendo la sfumatura blu finale, che si rivela una volta che le cuciture vengono rimosse.

È un lavoro lungo, fatto di perizia e pazienza. Per una fascia standard (15 metri circa) può servire più di un mese. Aspettando l’Unesco, nel 2020 Yongueu ha ottenuto l’inserimento dello ndop nel patrimonio nazionale camerunese. Il resto della storia è in pieno svolgimento.

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