L’etiope Weyzero Mulumebet Emiru è stata la prima africana a diventare pilota d’aereo. Ma anche la prima donna a ottenere la patente di guida nel suo Paese. Una eroina, in aria e in terra, esempio di coraggio e abilità straordinarie che ancora oggi ispira tante giovani del continente. La ricordiamo a 85 anni dalla sua storica impresa
di Claudia Volonterio
La prima aviatrice africana ad aver solcato i cieli alla guida di un aereo, anche se per poco tempo, risponde al nome di Weyzero Mulumebet Emiru. Una storia, la sua, straordinaria ma interrotta bruscamente dalla guerra. Le informazioni reperibili su questa eroina – pioniera in aria e in terra – sono ancora poche, ma sufficienti per offrire un riconoscimento ad una pioniera.
Mulumbet è stata la prima donna pilota non soltanto dell’Etiopia, ma di tutta l’Africa. Ha cominciato il suo addestramento nel 1934 insieme ad altri sei studenti, volando su un un biplano di produzione inglese. Per poter partecipare al training riservato agli aspiranti piloti, Mulumbet ha dovuto imparare a guidare prima un’automobile e impegnarsi per ottenere la patente di guida. Questa necessità di fatto le ha permesso di raggiungere un altro primato: è la prima donna africana ed etiope ad aver conseguito la licenza di guida.
L’addestramento durò due anni. Al termine del training, nel 1936 ottenne lo storico brevetto di volo. Ma poco dopo i suoi sogni di gloria furono spezzati dalla storia: l’invasione dell’Etiopia da parte dell’esercito italiano, nel maggio del 1936, costrinse Mulumebet a interrompere i voli. Riuscì a salvarsi, ma la sua professione e i suoi sogni di aviatrice trovarono la loro fine.
La sua frustrazione fu in qualche modo compensata dalla consapevolezza di essere stata la prima donna pilota africana. “Ero sopraffatta dalla gioia, anche se a quel tempo non avevo realizzato l’importanza storica del traguardo che avevo raggiunto“, ha raccontato lei stessa in una rara intervista pubblicata nel 1980 da “Selamta”, rivista di volo della Ethiopian Airlines. “Era un’esperienza eccezionale e e per questo tutti i miei amici mi invidiavano. Purtroppo la guerra mi costrinse a rivedere i miei piani”, conclude la donna, che al termine del conflitto, con il Paese in subbuglio e i suoi piedi ben piantati a terra, decise di sposarsi e fare famiglia.
Oltre al matrimonio, Mulumbet si è poi dedicata alla coltivazione delle piante di caffè che faceva crescere in un terreno di proprietà. Oggi, una delle sue nipoti ha raccolto l’eredità della sua attività, trasformandola in qualcosa di più grande: la METAD, così si chiama l’impresa, è diventata una compagnia che si occupa di esportare caffè etiope in tutto il mondo.
Mulumbet è morta nel 1998, ma il suo esempio rimane prezioso, in un Paese che poi è davvero decollato con una compagnia nazionale, l’Ethiopian Airlines, diventata protagonista assoluta dei cieli africani. Con la sua impresa ha aperto la strada a tante donne che dopo di lei hanno preso i comandi di volo. Per citarne alcune, Weyzero Asegedech Asefa: è stata la prima donna a diventare pilota in seguito alla seconda guerra mondiale. Non si può dimenticare il nome di Amsale Gualu Endegnanew, la prima donna etiope diventata, nel 2002, comandante di volo. Spostandoci in altre nazioni, citiamo Irene Koki Mutongi, prima donna capitano di volo per Kenya Airways e Christine Bonbankal Njeuma, la prima donna pilota del Camerun. Il cielo è aperto e negli ultimi anni sono sempre di più le donne, africane e afrodiscendenti, che stanno ottenendo la possibilità di intraprendere la carriera di pilota e distinguersi attraverso questa professione. Mulumbet, 85 anni fa, ha indicato a tutte la rotta da seguire.
(Claudia Volonterio)