di Claudia Volonterio
In Ciad nascere donna non è facile. La popolazione femminile si trova a confrontarsi fin da giovane con la disuguaglianza di genere, a partire dall’accesso all’istruzione: solo il 19 per cento delle ragazze arriva alla scuola secondaria. Le donne, fin da giovanissime, sono vittime di soprusi, matrimoni forzati, mutilazioni genitali o abusi sessuali. Situazioni spesso drammatiche che non trovano il giusto eco sui media. A spezzare il silenzio ci hanno pensato tre donne coraggiose, conduttrici di un programma radiofonico dove questi argomenti non sono tabù e la violenza di genere è denunciata a gran voce
Le percentuali delle donne ciadiane che vivono una condizione di abuso e disuguaglianza parlano da sole: il 67 per cento delle ragazze è costretta a sposarsi con matrimoni forzati senza aver raggiunto la maggiore età, il 34% è vittima di mutilazioni genitali. Per quanto riguarda l’accesso all’istruzione, solo il 19 per cento arriva alla scuola secondaria.
A Baga Sola, sulle rive del Lago Ciad, un gruppo di donne si è organizzato per condurre una trasmissione radiofonica per parlare di argomenti legati alla dimensione femminile nel Paese, cercando di rompere ogni tabù e soffermandosi in particolare sul denunciare gli abusi subiti. L’obiettivo è quello di creare consapevolezza nelle giovani donne, affinché non si sentano sole e assumano consapevolezza, dando voce a una battaglia che deve uscire dal silenzio.
La radio, riporta il quotidiano spagnolo El Pais, si chiama Radio Ningui ed è stata fondata da Elbeka, Mariam e Awa alle quali si sono aggiunte le voci di altre 27 giovani interessate a dire la propria. Il mezzo radiofonico è uno strumento privilegiato per raggiungere quante più persone possibile, in Ciad e in altri Paesi del continente. Anche nelle zone rurali, è un apparecchio sempre presente e non è difficile trovare gruppi di persone riunite sotto un albero per ascoltare la radio. Si è trattato spesso anche di uno strumento efficace per l’istruzione a distanza, quando necessario. In Ciad la trasmissione via radio diviene ancora più importante perché abbatte le barriere linguistiche: si pensi al bassissimo tasso di alfabetizzazione, in particolare femminile (30 per cento gli uomini, il 14 per cento le donne).
Radio Ningui svolge un’azione continua per proteggere le ragazze rendendole consapevoli su malattie, rischi, abusi, svolgendo un’importante azione di empowement affinché diventino più consapevoli dei loro diritti. Queste giovani donne si incontrano più volte al mese in un piccolo studio di trasmissione, dove ogni argomento è trattato con la giusta dose di attenzione.
L’impatto della loro iniziativa sugli altri membri della comunità è stato positivo. “Quando siamo tornate a casa dopo aver mandato in onda la prima puntata del programma – racconta Elbeka, una delle fondatrici – i nostri genitori e le persone del quartiere si sono congratulate con noi, ci hanno detto che le informazioni che avevamo dato erano molto interessanti”.
Il coraggio delle ragazze che fanno sentire la propria voce alla radio è un esempio importante per chi le ascolta. Ma, sforzi come questi non saranno sufficienti se il governo e le istituzioni non interverranno maggiormente per garantire un’effettiva tutela dei diritti delle ragazze e delle donne.
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