«Aiutateci a fermare l’estrazione dell’uranio da parte delle milizie al Shabaab». L’appello, rivolto agli Stati Uniti, è stato lanciato dal Governo di Mogadiscio, preoccupato che le milizie jihadiste legate ad al Qaeda riescano a estrarre il prezioso minerale e a venderlo.
In una lettera inviata al Dipartimento di Stato di Washington, il ministro degli Esteri somalo, Yusuf Garaad, sostiene che i militanti jihadisti hanno catturato una regione con grandi depositi di uranio e stanno valutando la possibilità di sfruttarne i giacimenti. L’esistenza di uranio in Somalia è stata confermata dall’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica). In passato, però, non è mai stato estratto e, in realtà, non si conosce neppure quanto minerale sia presente nel sottosuolo.
Al Shabaab avrebbe intenzione di aprire miniere artigianali e, secondo le autorità di Mogadiscio, vorrebbe vendere il minerale radioattivo all’Iran. Nella sua lettera, Yusuf Garaad parla di contatti frequenti con emissari di Teheran. Il ministro chiede quindi a Washington di intervenire. A suo parere, le forze armate degli Stati Uniti sarebbero le uniche in grado di fermare questo commercio.
Al momento, il Dipartimento di Stato non ha risposto alla lettera, ma ha confermato di averla ricevuta. Secondo alcuni analisti, la Somalia, più che fermare il commercio di uranio, intende chiedere una maggiore presenza militare statunitense nel Paese dove Al-Shabaab sta conducendo una campagna violenta su tutto il territorio nazionale mettendo alle corde le deboli forze armate di Mogadiscio.