La Somalia ha accusato l’Etiopia di interferire nella regione meridionale del Jubaland, alimentando una disputa che dura ormai da quasi un anno tra i due Paesi. Lo riporta il sito The Defence Post che rilancia una nota del governo somalo. Le tensioni sono nate a gennaio, quando l’Etiopia, priva di sbocco sul mare, ha siglato un accordo con la regione separatista del Somaliland, per affittare un tratto di costa, destinato a un porto e a una base militare, in cambio del riconoscimento del Somaliland. La Somalia, che è una federazione di cinque Stati semi-autonomi (Puntland, Jubaland, Galmudug, Hirshabelle e South West) e un governo centrale a Mogadiscio, ha visto in questa mossa di Addis Abeba una minaccia alla sua integrità territoriale. Le tensioni sono cresciute dopo la rielezione nel Jubaland di Ahmed Madobe, ex signore della guerra. Questo risultato è stato osteggiato dal governo centrale, che sperava di influenzare l’esito delle future elezioni nazionali.
Secondo una dichiarazione del ministero dell’Informazione somalo, le forze etiopi si sono dirette verso il distretto di Bulohawo, nel sud di Gedo, ma sono state fermate dalle comunità locali e dalle forze armate somale. Il ministero ha condannato fermamente “gli atti coercitivi” dell’Etiopia, accusandola di cercare di scatenare conflitti tra i clan della regione.
Queste azioni, secondo una nota di Mogadiscio, fanno parte di un’influenza indebita da parte di Addis Abeba contro la sovranità e l’unità della Somalia, e pur dichiarando l’apertura della Somalia alla “coesistenza pacifica”, ha avvertito che le mosse dell’Etiopia potrebbero causare nuovi conflitti nella zona. La Somalia ha ribadito la sua volontà di difendere la propria indipendenza e sovranità, chiedendo alla comunità internazionale di condannare i presunti movimenti. Addis Abeba, al momento, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali riguardo alle accuse.