“Impeesa” è il soprannome dato dai Matabele dell’Africa meridionale a Lord Robert Baden-Powell, classe 1857, il fondatore del movimento degli scout. La sua storia prende forma in questa interessante graphic novel grazie agli accurati e dettagliati acquerelli di Ivo Milazzo, uno dei grandi maestri del fumetto italiano, e alla penna del giornalista Paolo Fizzarotti.
La narrazione si svolge su due piani: un presente narrato da Baden-Powell stesso, nella Londra del 1914, e una serie di flashback in cui il protagonista ricorda le esperienze vissute agli inizi della guerra coloniale, quando era ancora un militare di carriera nell’esercito di Sua Maestà. La chiacchierata ha luogo con un celebre scrittore (se ne scoprirà l’identità alla fine) ed è l’escamotage per farci immergere nella vita, decisamente piena di colpi di scena, del Lord, personaggio ricco di sfaccettature.
Nel 1888 sarà lo Zululand il terreno delle sue operazioni, mentre nel 1891 lo vediamo in Tunisia e nel 1892 in Dalmazia – sino alla Costa d’Oro, l’attuale Ghana, e a Bulawayo, dove viene inviato nel 1896 per condurre una spedizione contro i temibili Matabele. È in quell’occasione che gli viene dato il nome di Impeesa: “l’animale che non dorme mai e si aggira strisciando nella notte”. La iena chiazzata. Nel volume, dall’intento non esclusivamente biografico, si percepisce il desiderio degli autori di mostrare la complessità di una persona, militare di carriera per gran parte della propria esistenza, al servizio di missioni di spionaggio e di delicate operazioni diplomatiche, protagonista di situazioni pericolose in cui si salva con fughe rocambolesche, proprio come si vede nella parte dedicata al complesso confronto con i Matabele.
«Ha lasciato un ricordo fondamentale nell’educazione dei giovani, ma non si può prescindere dal suo status di militare in un periodo espansionistico di un impero», ha dichiarato Milazzo. Attraverso le tavole e i dialoghi si evidenzia come, nel corso dell’esperienza militare, Baden-Powell comprenda quanto «il rispetto reciproco e l’amicizia possano unire persone di diversa estrazione sociale e diverso potere» e come la disciplina debba sorgere dall’interno, non vada imposta con la paura. È suo, infatti, il concetto per l’epoca rivoluzionario secondo cui gli ufficiali devono guidare i loro uomini più con l’esempio che con gli ordini.
(Paola Babich)