È una strage silenziosa, spesso non documentata, quella delle morti per farmaci contraffatti. In Africa le vittime sono quasi 160mila all’anno. Nel continente, un medicinale su dieci è alterato o falsificato, ciò significa che per i più poveri curarsi è una specie di roulette russa. Si può guarire, ma anche morire o peggiorare gravemente la propria situazione.
La diffusione di farmaci alterati ha prodotto un mercato parallelo che fattura, senza controlli, grandi quantità di denaro. Questi prodotti provengono soprattutto da Cina e India, ma anche dalla Turchia e dagli Emirati Arabi Uniti. Non è difficile trovarli sulle bancarelle dei mercati locali, ma spesso anche nelle farmacie autorizzate che a volte sono ignare di quanto stanno acquistando e a volte sono complici.
Contraffare o falsificare farmici è facile. Per gli antimalarici, ad esempio, basta della farina e un po’ di gesso per trarre in inganno. Poi intercettare i farmaci fasulli non è semplice. Sempre per quanto riguarda la malaria, risulta falso ben un terzo dei medicinali immessi sul mercato e sta notevolmente aumentando anche la circolazione di medicinali contraffatti per curare forme di cancro, disturbi cronici, come l’ipertensione, o semplici antidolorifici.
I blitz che ci sono stati in questi anni per contrastare la diffusione di farmaci falsi dimostrano quanto il fenomeno sia vasto e massiccio. Fece scalpore l’operazione “Biyela 1” che nel 2013 coinvolse 24 Paesi subsahariani e portò al sequestro di 1 miliardo di prodotti contraffatti contenuti in 146 container, per un valore di circa 560 milioni di dollari. Molti Paesi africani finirono nel mirino di un’altra operazione anti-contraffazione condotta dall’Interpol nel 2018, e che portò al sequestro di tonnellate di medicinali potenzialmente pericolosi: valore, 14 milioni di dollari. Negli ultimi due anni in Costa d’Avorio sono state sequestrate 400 tonnellate di farmaci falsi o contraffatti e in Kenya, nello scorso febbraio, sono state chiuse decine di farmacie illegali, e moltissimi scatoloni ancora intonsi sono stati prelevati dal servizio di controllo.
I maggiori danneggiati ovviamente sono i cittadini poveri che, oltre al danno di non poter contare su servizi di sanità pubblica, devono arrangiarsi ad acquistare farmaci che nessun servizio sanitario offrirà loro.
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