Vi ricordate il film «The Terminal»? Tom Hanks interpretava Viktor Navorski, cittadino di una (immaginaria) nazione dell’Europa dell’Est (la Krakozhia), costretto a sostare nell’Aeroporto internazionale «John F. Kennedy» con un passaporto ormai privo di validità. È la stessa storia che sta vivendo dal 3 luglio T.A.S., 34 anni, originario dello Sri Lanka, intrappolato da questioni burocratiche nell’aeroporto di Casablanca, in Marocco. Non può uscire dallo scalo. Ma non può neppure tornare in patria. T.A.S. è costretto a rimanere nella zona di transito del terminal Mohammed V. Mangia nei bar e dorme dove può: a terra, vicino alle finestre o sulle panchine.
La sua vicenda è stata rivelata dal sito «Huffington Post» e, come si può ben immaginare, è un po’ complessa. Fuggito dal suo Paese nel 2011, T.A.S. si è stabilito in Kenya. Con il visto rinnovato anche quest’anno, decide di partire per una vacanza in Spagna facendo scalo, prima, a Dubai e, poi, a Casablanca. Arrivato in Spagna, però, la polizia rifiuta i suoi documenti perché li giudica falsi. T.A.S. chiede allora asilo politico. Ma anche questo gli viene negato. Così viene rispedito a Casablanca, perché proviene da quell’aeroporto. Giunto in Marocco, l’autorità di Rabat gli vieta di entrare nel Paese e, come la Francia, gli nega lo status di asilo. L’unica alternativa rimasta è il rimpatrio in Sri Lanka.
«Mandatemi ovunque, ma non rispeditemi a casa, perché laggiù rischio la vita», implora T.A.S. affermando anche che in patria avrebbe problemi con la giustizia. Rimarrà in Nord Africa? Oppure verrà rispedito in Asia? A giorni il Marocco dovrà prendere una decisione. Secondo le leggi marocchine, uno straniero può infatti restare in zona d’attesa fino a un massimo di 20 giorni.
Intanto T.A.S continua la sua vita precaria tra un bar e una panchina. Proprio come Viktor Navorski della Krakozhia.