Che il terrorismo jihadista sia in espansione in Africa è sotto gli occhi di tutti. Che sia riuscito a radicarsi, sotto forma di movimenti islamisti o in vere formazioni armate, è evidente se si guarda la sua diffusione: per esempio il Centrafrica con Seleka, il nord del Mozambico con al Shabaab, formazione con lo stesso nome dei jihadisti nati dalle Corti Islamiche in Somalia, i vari gruppi armati che operano nel Sahel e che discendono dai cartelli jihadisti di al Qaeda, la spietata Boko Haram in Nigeria e nei paesi vicini che si è addirittura duplicata.
Insomma, come abbiamo sottolineato più volte, il terrorismo jihadista ha “scoperto” l’Africa che non è più un territorio marginale ma è diventata uno scenario cruciale, un “teatro” nel quale si confrontano grandi potenze, potenze regionali e lobby politiche ed economiche.
L’ultima notizia di questa strategia di espansione in Africa arriva dalla Somalia e riguarda la vicina Etiopia. I miliziani dello Stato Islamico in Somalia – dove sono una minoranza rispetto ai rivali di al Shabaab che aderiscono al cartello di al Qaeda – hanno annunciato che diffonderanno presto in Etiopia materiale jihadista in lingua amarica. L’amarico è una lingua che si parla soprattutto sull’altopiano etiopico ed è l’idioma della etnia ahmara, una delle due più importanti dell’altopiano assieme a quella dei tigrini.
L’altopiano etiopico è abitato soprattutto da queste due importanti etnie che sono storicamente di religione cristiano-copta. Dunque una composizione etnico-sociale-religiosa che non dovrebbe essere “accogliente” per tutte le ideologie che si rifanno alla religione musulmana. Eppure la strategia di espansione dello Stato Islamico punta proprio lì, in un territorio che, sulla carta, dovrebbe essere difficilmente “penetrabile”. L’esperienza di questi anni però mostra che anche in territori storicamente non musulmani è facile diffondere e far operare formazioni islamiste. E’ avvenuto recentemente, per esempio, nella regione dei grandi laghi, una delle più evangelizzate di tutto il continente, dove è comparsa l’Alleanza delle Forze Democratiche, una formazione islamista che ha compiuto diversi attentati.
L’annuncio dell’Isis della Somalia è arrivato sotto forma di un video di tre minuti pubblicato il mese scorso da siti pro-ISIS e approvato dai media ufficiali del gruppo terrorista. Secondo alcuni studiosi del fenomeno jihadista in Africa l’ISIS starebbe cercando di sfruttare i disordini etnici e politici in corso nella seconda nazione più popolosa dell’Africa. Se nel prossimo futuro sentiremo di attentati o di attacchi kamikaze in Etiopia sapremo da dove e come hanno cominciato.