Boko Haram torna a farsi sentire dopo un periodo di silenzio mediatico, ma non di attività sul martoriato territorio dello stato nord-orientale nigeriano di Borno. Su un canale di You Tube è stato diffuso un nuovo video in rete. Si tratta di un filmato in cui mostra la macabra esecuzione di tre prigionieri, accusati di essere spie al soldo dei servizi segreti dell’esercito di Abuja.
In una scenografia che copia vistosamente quelle dell’Isis di Abu Bakr al Baghdadi i detenuti indossano tute arancioni simili a quelle dei carcerati di Guantanamo. Sono inginocchiati e hanno le mani legate dietro la schiena. Alle loro spalle ci sono tre miliziani jihadisti. Uno impugna un lungo coltello, quello al centro tiene con la mano sinistra una bandiera nera del Califfato e fissando la telecamera dice: «Queste sono le vostre spie scoperte da Allah». Poco dopo i prigionieri vengono brutalmente sgozzati.
La sequenza è anticipata da immagini in cui scorrono i volti del presidente della Nigeria Muhammadu Buhari, di Donald Trump, Barack Obama e di diversi altri leader politici europei. In altri frame i miliziani mostrano un ingente arsenale di armi, in loro possesso, tra cui compaiono anche dei missili anti-aerei, e rivendicano il controllo di vaste aree di territorio nigeriano.
Il video è quasi certamente riconducibile ad Abubakar Shekau, il leader di Boko Haram dato più volte per morto e ogni volta ricomparso più minaccioso che mai. Se così fosse si confermerebbe che la fazione riconosciuta direttamente dallo Stato Islamico, cioè quella a capo della quale è stato nominato, direttamente da al Baghdadi, Abu Mussab al Barnawi, è minoritaria e incapace di farsi valere sul territorio.
La scissione consumatasi in Boko Haram nell’estate scorsa, sommata agli attacchi della Forza Multinazionale africana composta da contingenti di Nigeria, Niger, Ciad, Camerun e Benin, ha sensibilmente indebolito il gruppo jihadista che ad oggi continua però a mantenere una forte presenza nella parte nord-est della Nigeria, lungo le rive del Lago Ciad e nella foresta di Sambisa, dove si trovano le sue più grandi basi operative.
Nel Borno si sta consumando una delle più catastrofiche crisi umanitarie del pianeta, risultato delle azioni di Boko Haram e degli scontri con l’esercito nigeriano.
(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)