La svolta storica della Namibia: il nuovo governo è rosa

di claudia

di Valentina Giulia Milani

La Namibia segna una svolta storica con l’insediamento di Netumbo Nandi-Ndaitwah. Il suo governo è il primo guidato da una donna e con una significativa presenza femminile ai vertici dello Stato.

Con la nomina di Lucia Witbooi a vicepresidente e una decisa riduzione dei ministeri, la neopresidente della Namibia, Netumbo Nandi-Ndaitwah, ha inaugurato sabato un governo che segna una svolta storica per il Paese: è il primo guidato da una donna e con una significativa presenza femminile ai vertici dello Stato. Un evento che assume valore simbolico e politico in un continente dove la leadership femminile resta ancora un’eccezione.

Nel suo discorso pronunciato a Windhoek, all’indomani dell’entrata ufficiale in carica, Nandi-Ndaitwah – prima donna a ricoprire la presidenza della Namibia – ha annunciato un esecutivo snello, composto da 14 ministeri (contro i 21 precedenti), e un totale di sette viceministri. Accanto a Witbooi è stato nominato Elijah Ngurare come primo ministro. L’obiettivo dichiarato è duplice: rafforzare l’efficienza della macchina statale e portare avanti un’agenda politica centrata su uguaglianza di genere, lotta alla povertà e trasformazione economica.

Lucia Witbooi

Oltre alla vicepresidente Lucia Witbooi, figura di rilievo nel partito Swapo e prima donna a ricoprire questa carica, diverse altre donne sono state nominate in ministeri strategici. Ericah Shafudah è stata scelta come ministra delle Finanze e Gestione dei Sussidi Sociali: economista di lunga esperienza, ha lavorato per oltre vent’anni al Ministero delle Finanze e, più recentemente, al Programma Alimentare Mondiale. Selma Ashipala-Musavyi guiderà il ministero delle Relazioni internazionali e del Commercio, in un ruolo chiave per rafforzare la diplomazia economica e l’integrazione regionale. Emma Theofelus, già nota per il suo dinamismo politico, è stata nominata ministra dell’Informazione e delle Tecnologie della Comunicazione, mentre Emma Kantema-Gaomas assumerà la guida del ministero dell’Uguaglianza di Genere e del Benessere Sociale.

A completare il quadro, Sanet Steenkamp sarà ministra dell’Istruzione, Innovazione, Gioventù, Sport, Arti e Cultura, Lucia Iipumbu è stata incaricata del ministero degli Affari Interni, Immigrazione, Sicurezza e Protezione, Indileni Daniel guiderà il dicastero dell’Ambiente e del Turismo, e infine la dottoressa Esperance Luvindao sarà ministra della Salute e dei Servizi Sociali.

“Come leader eletti, abbiamo la responsabilità di consolidare la democrazia, la pace, la stabilità e il buon governo, e di garantire a tutti i namibiani servizi pubblici di qualità”, ha dichiarato la presidente in un messaggio ufficiale.

Una delle decisioni più rilevanti riguarda la ristrutturazione delle competenze ministeriali. Il commercio verrà gestito dal ministero delle Relazioni internazionali e della cooperazione, con l’obiettivo di promuovere la diplomazia economica e rafforzare l’integrazione regionale. L’industrializzazione, invece, passerà al ministero delle Miniere e dell’Energia, in linea con il crescente ruolo della Namibia nel settore estrattivo e nella trasformazione a valore aggiunto delle risorse. Particolare attenzione è stata dedicata anche al settore emergente del petrolio e del gas, per il quale la presidente ha annunciato che la gestione verrà centralizzata presso l’Ufficio della Presidenza, per garantire che “i benefici siano distribuiti in modo equo tra tutti i cittadini”.

L’investitura di Nandi-Ndaitwah e la nomina di Witbooi alla vicepresidenza segnano un passaggio epocale. Entrambe provengono dal partito Swapo, al potere dalla fine dell’apartheid, e hanno alle spalle una lunga carriera politica. Con questo governo, la Namibia si posiziona tra i Paesi africani che più stanno investendo sul protagonismo femminile nelle istituzioni. Secondo i dati dell’Unione interparlamentare (Uip), il Parlamento namibiano è già tra i più equilibrati in termini di rappresentanza di genere, con oltre il 44% di deputate.

La presidente ha promesso che questa tendenza verrà rafforzata, sia a livello politico che amministrativo. “L’uguaglianza di genere non è un tema simbolico, è una leva per lo sviluppo e la stabilità”, ha dichiarato, tracciando una visione in cui il protagonismo delle donne è parte integrante della strategia nazionale.

Una strategia volta a fare la differenza in un continente in cui la presenza femminile ai vertici dello Stato resta limitata ma sempre più significativa.

Samia Suluhu Hassan

Attualmente, quattro donne ricoprono incarichi di primo piano: Samia Suluhu Hassan, presidente della Tanzania dal 2021, è la prima donna a guidare il Paese e una delle poche leader africane con pieni poteri esecutivi. In Etiopia, la diplomatica Sahle-Work Zewde è presidente dal 2018, prima donna nella storia etiope a ricoprire questa funzione, sebbene con un ruolo prevalentemente cerimoniale. In Tunisia, nel marzo 2025 è stata nominata Sarra Zaafrani Zenzri come nuova prima ministra, diventando la seconda donna nella storia del Paese – e del mondo arabo – a guidare il governo.

Judith Suminwa Tuluka

A dirigere il governo della Repubblica Democratica del Congo è invece Judith Suminwa Tuluka, economista e pianificatrice di lungo corso, nominata nell’aprile 2024: è la prima donna nella storia della Rdc a essere designata primo ministro.

Queste figure testimoniano un lento ma importante avanzamento della leadership femminile in Africa, in un contesto ancora largamente dominato da uomini.

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