di Annamaria Gallone
È nata da poco e prossimamente potremo vederla su Netflix: è la prima serie interamente africana, diretta dal sudafricano Kagiso Lediga, che sta riscuotendo un grandissimo successo nel suo Paese. Si intitola Queen Sono, come il nome della protagonista, agente segreto di Johannesburg. Una donna che ha tutti i numeri per affermarsi: è bella, intelligente e super allenata. Conquista il pubblico perché ha anche un passato doloroso alle sue spalle: è la figlia di un attivista anti-apartheid assassinato 25 anni prima, una leggenda nella storia recente del Sudafrica, dove questa serie quindi si adatta perfettamente.
Nel pieno dell’azione o nei suoi rapporti con gli altri, Queen non può mai accontentarsi di essere se stessa. L’omicidio di suo padre fornisce anche un importante sfondo poliziesco alla serie. E sua madre è stata uccisa davanti ai suoi occhi quando aveva solo 5 anni e soffiava bolle di sapone al suo fianco, in un giardino pubblico. Queen si appassiona alle sue missioni, trasgredendo sempre le regole dell’ufficio di spionaggio, battendo i suoi colleghi per intuizione, efficienza e coraggio. Diventa prima giornalista, poi agente di polizia… La vedremo indagare su una misteriosa compagnia privata russa e contro tutti coloro che sono corrotti e la vedremo viaggiare nelle maggiori capitali africane. Ci appassionerà con le sue avventure che ci lasceranno senza fiato e ci farà ridere in una serie di sequenze ricche di humor. Il suo stile non viene mai meno, neanche quando affronta Ekaterina, la russa spietata, in un incontro di boxe.
Bisogna ammettere che non mancano i difetti nei 6 episodi di questa prima serie: alcuni passaggi sono troppo veloci, a volte si fa un po’ di confusione tra l’inglese, il swahili e le altre lingue africane e sicuramente gli appassionati di spionaggio occidentali saranno pronti a criticare, ma la serie ha anche molti pregi, a partire da numerosi nuovi talenti che si sono messi in gioco e non si può non rimanere affascinati dalla bella protagonista.