Il Festival di Cannes (8-19 Maggio) ha annunciato la selezione 2018. Grandi registi da tutto il mondo ma poca Africa. In concorso un’unica presenza africana: Yommeddine del regista egiziano A.B. Shawky, un road movie che tra dramma e commedia racconta la storia di un lebbroso che, accompagnato da un orfano, abbandona il lebbrosario per attraversare il paese alla ricerca della sua famiglia. Il ruolo del protagonista è stato affidato ad un attore non professionista, anch’esso malato di lebbra.
La sezione Un certain regard presenta invece tre film dal continente.
Rafiki della regista Wanuri Kahiu, è la storia di due donne che lottano contro la famiglia e i pregiudizi per difendere il loro amore. Tratto dal racconto “Jambula Tree” della scrittrice ugandese Monica Arac de Nyeko, Rafiki è il primo film del Kenya che approda a Cannes.
Die Stropers, primo film di Etienne Kallos, sudafricano di origine greca, è la storia di Jano, adolescente afrikaans, la cui vita è scombussolata dall’arrivo in famiglia di un misterioso orfano.
Infine Sofia della regista franco-marocchina Meryem Benm’Barel, storia di una giovane ragazza incinta che per non essere considerata ragazza madre parte alla ricerca disperata del padre del proprio figlio.
Selezionato nella sezione Quinzaine de Réalisateurs Mon cher enfant, del tunisino Mohamed Ben Attia, storia di una padre sulle tracce dell’ unico figlio partito per la Siria. Nella Semaine de la critique il cortometraggio algerino Un Jour de Mariage d’Elias Belkeddar.
Altre tracce d’Africa: la proiezione del documentario L’Etat contre Mandela et les autres di Nicolas Chapeaux e Gilles Porte e la presenza in giuria della cantante del Burundi, Khadja Nin.
(Simona Cella)