L’Africa australe sta affrontando la peggiore crisi alimentare degli ultimi tempi

di claudia
insicurezza alimentare

Milioni di persone in tutta l’Africa meridionale stanno affrontando “la peggiore crisi alimentare degli ultimi decenni”. In condizioni di siccità senza precedenti, nello specifico cinque paesi – Lesotho, Malawi, Namibia, Zambia e Zimbabwe – hanno dichiarato lo stato di calamità e hanno richiesto il sostegno umanitario internazionale. Anche Angola e Mozambico sono gravemente colpiti.

“Se non riceviamo ulteriori risorse, milioni di persone rischiano di attraversare la peggiore stagione di magra degli ultimi decenni senza assistenza”, ha dichiarato il portavoce del Programma alimentare mondiale (Wfp) Tomson Phiri durante un incontro con la stampa a Ginevra.

L’agenzia sta pianificando di fornire cibo e, in alcuni casi, assistenza in denaro a più di 6,5 milioni di persone nei sette Paesi più colpiti per coprire il periodo fino al prossimo raccolto di marzo.

Tuttavia, il Wfp ha dichiarato di aver ricevuto solo un quinto dei 369 milioni di dollari necessari. “I raccolti sono falliti, il bestiame è morto e i bambini sono fortunati se ricevono anche un solo pasto al giorno. La situazione è terribile e la necessità di agire non è mai stata così chiara”, ha dichiarato Phiri.

Tra le cause della crisi alimentare diffusa nella regione vi sono i cambiamenti climatici, che si manifestano principalmente attraverso siccità ricorrenti ed eventi meteorologici estremi (come piogge torrenziali e cicloni),

Ad aggravare il quadro la degradazione del suolo: le tecniche agricole non sostenibili, la deforestazione e la pressione rendendo sempre più difficile coltivare la terra in modo produttivo.

Fattori che vanno a pesare gravemente su Paesi nel quali l’agricoltura è la principale fonte di sostentamento per milioni di persone.

Inoltre, in alcuni Paesi, come Mozambico e Zimbabwe, la situazione politica è un fattore critico. Il nord del Mozambico, in particolare, è sconvolto da un’insurrezione islamista che ha portato a massicci spostamenti di popolazione e ha compromesso gravemente la produzione agricola. Questa instabilità peggiora l’accesso al cibo e ostacola gli aiuti umanitari.

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