di Mariachiara Boldrini
Era il settembre 2017 quando, O’Plerou Denis Grebet, studente poco più che ventenne dell’Istituto di Scienze e Tecniche della Comunicazione di Abidjan, cercando immagini che parlassero del suo continente e trovando solo rappresentazioni di malattie e povertà, ha iniziato a pensare ad un modo per raccontare gli aspetti meno degradanti dell’Africa Occidentale.
Da vero nativo digitale ha imparato a disegnare con Photoshop guardando tutorial su YouTube e dopo poco si è posto una sfida: pubblicare su Instagram, dove ha attirato 2.000 follower solo nella prima settimana, una emoticon per ogni giorno dell’anno, così da contribuire alla creazione di una rappresentazione più realistica del luogo dove vive. La prima immagine è stata quella del Foutou, un piatto ivoriano a base di farina di manioca e purea di banane e la prima espressione facciale è stato un gesto popolare usato in Costa d’Avorio per dare un avvertimento. L’immagine del “te l’avevo detto” è tra le preferite del designer, perché rappresenta esattamente il motivo per cui il suo progetto è utile agli africani: “colma un vuoto nella comunicazione digitale – ha spiegato al Guardian – quando parliamo usando la messaggistica istantanea ci sono espressioni locali che vorremmo usare ma non ci sono”.
Grabet non voleva infatti solo rappresentare l’Africa e gli africani, ma permettere agli africani stessi di parlare di Africa con immagini che li rappresentassero. Il Consorzio Unicode non ha ancora approvato le emoji di Grabet, ma per far sì che fossero utilizzabili gratuitamente su WhatsApp o Twitter, il giovanissimo artista nel dicembre 2018 ha incorporato tutti i suoi disegni in un’applicazione disponibile su Google Play e App Store chiamata “Zouzoukwa”, “immagine” in lingua Bete, che ha fatto 10.000 download solo nei primi tre giorni ed è stata nominata migliore app agli African Talents Awards 2019.
La parte più facile – ha raccontato Grebet al New York Times – è stata disegnare, mentre quella più difficile trovare nuovi soggetti da rappresentare. Il progetto, quindi, che continua grazie alle vendite NFT e alla tecnologia Web3, comprende oggi anche immagini disegnate dall’artista su richiesta della community di Instagram o che l’autore, selezionato tra gli Under30 Forbes nel 2020 per aver “rivitalizzato le idee e le industrie con nuovi modelli di business e una leadership innovativa” ha ideato ispirandosi ai viaggi intrapresi nel continente per immergersi nelle variegate culture africane.