Circa il 40 per cento delle donne africane si sottopongono con regolarità a trattamenti per schiarire la pelle, secondo le percentuali riportate dall’Organizzazione mondiale della sanità. Tra i metodi più diffusi ci sono le creme sbiancanti a cui ricorrono in particolare le donne in Mauritania, Nigeria, Sudafrica, Togo e Mali. Molti di questi cosmetici contengono mercurio, utilizzato perché sopprime la produzione di melanina, nonostante la sua tossicità. Burkina Faso e Botswana si sono rese protagoniste di una recente proposta di legge per modificare la Minamata Convention on Mercury— un trattato per proteggere la salute umana e l’ambiente dagli effetti nocivi del mercurio — affinché si arrivi a vietare la vendita di cosmetici contenenti questo metallo.
Percentuali altissime di donne africane ancora si sottopongono a trattamenti per sbiancare la propria pelle. La maggioranza di loro ricorre a delle creme, molte delle quali contenenti mercurio. Nonostante i noti rischi per la salute, questo metallo viene utilizzato in grado di sopprimere la produzione di melanina, oltre a rimuove macchie senili, lentiggini, imperfezioni e rughe.
La pericolosità in materia di salute delle creme sbiancanti, ormai confermata da diversi studi, ha portato i governi di diversi stati quali Ghana e Costa d’Avorio a dichiararle illegali. A questi si sono aggiunti Sudafrica, Kenya, Uganda, Tanzania, Ruanda, Nigeria, Camerun e Sud Sudan. Dalle controindicazioni più “blande” quali irritazioni, infezioni, macchie e acne, queste sono responsabili anche di effetti più gravi: diabete, cancro, insufficienza renale, assottigliamento della pelle.
Per cercare di far fronte a questo problema, è arrivata in questi giorni la proposta del Botswana e del Burkina Faso a nome di tutto il continente di modificare modificare una convenzione globale, Minamata Convention on Mercury — un trattato per proteggere la salute umana e l’ambiente dagli effetti nocivi del mercurio — per vietare la vendita e l’offerta di vendita di cosmetici contenenti mercurio.
Lo Zero Mercury Working Group, riporta la stampa sudafricana, una coalizione internazionale di oltre 110 ONG ambientali e sanitarie di interesse pubblico, ha applaudito la proposta.
“Nel corso degli anni, il continente ha assunto un ruolo di leadership nell’eliminare gradualmente il mercurio dai prodotti, inclusi i cosmetici schiarenti per la pelle”, ha affermato Rico Euripidou, di groundWork.
La convenzione, riporta il Mail and Guardian, richiede che ciascuna parte non consenta la produzione, l’importazione o l’esportazione di cosmetici con aggiunta di mercurio che hanno un contenuto di mercurio superiore a 1 ppm (parti per milione), compresi i saponi e le creme schiarenti per la pelle.
“La proliferazione, il commercio e la vendita di prodotti schiarenti con aggiunta di mercurio spesso continua senza sosta nei mercati locali e sempre di più, attraverso internet” riporta la convenzione. Un ostacolo è sicuramente la mancanza o la scarsa consapevolezza dei rischi per la salute derivanti dai prodotti schiarenti per la pelle con aggiunta di mercurio.