A due mesi dalla scomparsa di Padre Paolo Costantini, anima della rivista Africa, il ricordo accorato di una lettrice speciale con cui sono nate collaborazioni e iniziative.
Avevo conosciuto per caso la rivista Africa, mi erano capitati in mano alcuni numeri trovati non ricordo nemmeno dove e mi ci ero appassionata. Non mi pareva vero di imbattermi in una rivista interessante, succinta, con belle foto, con reportage essenziali, mai retorici, senza quella miopia cattolica che fin da piccola mi aveva tenuto alla larga dalla chiesa. Cominciai con l’abbonarmi, poi visto che i Padri Bianchi erano a Treviglio decisi di contattarli, di andare a trovarli.
Alla mia mail rispose padre Paolo, che si offrì di venirmi a prendere alla stazione di Treviglio. Mi piacque subito quell’omone emiliano in sandali che mi mostrava con orgoglio i vari numeri della rivista, che mi spiegava come funzionava, e che parlava dell’Africa in modo accorato ma non melenso né pietistico e spiegandomi anzi che l’Africa non è per tutti, e che anche certi missionari ci si perdevano, mentalmente e spiritualmente.
Fu una bella mattinata, che ricordo benissimo e di cui gli sono molto grata. Ripensandoci credo che mi sia nata lì, vedendo tanto entusiasmo e tanta energia e passione anche in una persona più anziana di me, l’idea di aprire la mia libreria, qui a Bergamo: un’idea folle e poco remunerativa (dal mero punto di vista economico, intendiamoci), ma di cui sono ancora orgogliosa, a cinque anni dall’inaugurazione.
Ho poi rivisto molte altre volte padre Paolo: durante le giornate di studio sull’Africa o ancora a Treviglio dove sono andata un paio di volte a ritirare il materiale per le mostre fotografiche che ho affittato per la libreria (bellissime), o quando lui stesso è passato in libreria. Era immutato nel tempo, non invecchiava.
Ho letto da poco che non c’è più e mi pare impossibile, ma un po’ lo invidio per questa sua morte repentina capitata così tra capo e collo come un inconveniente improvviso e dunque forse non sofferta. Ma sono contenta di aver conosciuto quell’omone in sandali pieno di vita e di energia e di passione, tutte cose, si sa, estremamente contagiose.
(Monica Morzenti, Libreria Incrocio Quarenghi, Bergamo / foto di Marco Garofalo)