L’Africa orientale avrà un mercato comune

di Enrico Casale

Canale di SuezDomani, 10 giugno, potrebbe essere una data storica per il continente africano. Al Cairo verrà firmato un accordo di libero scambio che comprende tre blocchi regionali, in rappresentanza di 26 Paesi della metà orientale dell’Africa. La firma verrà posta dai rappresentanti di Comesa (Mercato comune del Sudafrica e Stati Orientali), Eac (Comunità dell’Africa orientale) e Sadc (Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe). Si tratta di organizzazioni sovranazionali molto eterogenee ma che rappresentano oltre 625 milioni di persone e più di 1.000 miliardi di dollari di Pil. Si potrebbe quindi realizzare il sogno di un mercato comune dal Cairo al Capo, dall’Egitto al Sudafrica.

Ovviamente la firma non risolverà d’incanto tutti i problemi dell’Africa. A differenza di Asia ed Europa, la maggior parte dei Paesi rappresentati non possiedono industrie locali (oltre l’80% della loro forza lavoro è impegnata nel settore primario o nel settore informale) e ciò limita spesso le possibilità di importazione ed esportazione. A ciò si aggiungono le difficoltà burocratiche, con lentezze esasperanti alle frontiere dove le formalità doganali aumentano, più che altrove, i costi del commercio.

Ma sono grandi anche le potenzialità. L’unione commerciale comprenderà le due economie più sviluppate del continente, quella egiziana e quella sudafricana, e due tra le più dinamiche, quella etiope e quella keniana. La firma sui trattati verrà posta domani dopo cinque anni di trattative. Da quel momento, nella grande area commerciale 26 dei 54 Paesi africani potranno spostare le merci a tariffe preferenziali.

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