Da qualche anno, in Africa si sta combattendo una guerra silenziosa di cui nessuno parla. Una guerra che non farà morti e non procurerà sofferenze. Anzi, se sarà vinta, potrebbe salvare vite umane, tutelare la fauna e preservare l’ambiente. È la guerra ai sacchetti di plastica. Chi, almeno una volta, ha viaggiato nel continente sa che stiamo parlando di una vera e propria piaga. Si trovano sacchetti di plastica ovunque: a terra, sugli alberi (portati dal vento), nei corsi d’acqua. Con danni incalcolabili.
In tutto il mondo, un trilione di sacchetti di plastica monouso sono utilizzati ogni anno, quasi 2 milioni al minuto. La quantità di energia necessaria per fare 12 sacchetti di plastica potrebbe guidare una macchina per un miglio. I governi cittadini, statali e nazionali di tutto il mondo stanno cercando di limitare lo smaltimento e l’abbandono della plastica con divieti e tasse. La più antica tassa esistente sul sacchetto di plastica è in Danimarca, dove fu approvata nel 1993. I danesi usano pochissimi sacchetti di plastica, leggeri e monouso: circa 4 a persona ogni anno.
In Africa non esistono statistiche ufficiali sull’uso delle borse di plastica. Ma le città e le campagne ne sono invasi. È da qui che è iniziata un’offensiva contro queste borse. Il Ruanda e l’Eritrea hanno completamente abolito i sacchetti, così come il Somaliland, la regione settentrionale della Somalia che è di fatto autonoma, la Costa d’Avorio e la Mauritania. Il Sudafrica, l’Uganda e il Kenya dispongono di regole in merito allo spessore e anche l’Etiopia, il Ghana, il Lesotho e la Tanzania stanno considerando di implementare misure simili.
È di ieri la notizia che anche il Senegal ha vietato per legge l’importazione, la vendita e l’uso di sacchetti di plastica «usa e getta». Le nuove norme, approvate in settimana, prevedono per i contravventori una multa fino all’equivalente di 30mila euro e sei mesi di carcere. Il divieto non riguarderà i sacchetti di spessore maggiore, più adatti al riutilizzo, d’ora in poi necessariamente a pagamento.
I primi passi quindi sono stati mossi. A quando un’Africa finalmente libera dai sacchetti di plastica?