I quattro paesi che confinano con il Lago Ciad (Camerun, Niger, Nigeria e Ciad), venerdì a Niamey hanno varato un fondo di circa 100 milioni di dollari (90 milioni di euro) per progetti volti a contrastare gli effetti degli attacchi del gruppo jihadista nigeriano Boko Haram.
“Questo Fondo di stabilizzazione del bacino del lago Ciad, con un budget di circa 100 milioni di dollari per la prima fase, fungerà da meccanismo di risposta rapida per aiutare le autorità locali a danneggiare la capacità degli insorti di Boko Haram”, secondo nel comunicato della Commission du bassin du Lac Tchad (CBLT) e ripreso da Jeune Afrique.
Il fondo mira soprattutto a “migliorare la fornitura di servizi di base e mezzi di sussistenza” per le popolazioni autoctone.
I quattro paesi interessati si affidano ai donatori per dare un grande contributo al finanziamento del progetto, che inizierà le operazioni il prossimo settembre e sarà operativo per due anni nelle otto regioni colpite.
Questa ricerca di fondi è stata lanciata a Niamey, a margine del Forum dei governatori di otto regioni confinanti con il Lago Chad. La Svezia ha già annunciato un contributo di circa 8 milioni di dollari (oltre 7 milioni di auro). Anche la Germania, il Regno Unito e l’Unione Europea (UE) hanno promesso “supporto”, ha annunciato la CBLT.
La regione lacustre è diventata la patria di molte crisi di sicurezza, inclusa quella del gruppo estremista islamico nigeriano Boko Haram.
A causa del ritirarsi del lago e delle risorse in declino per via del surriscaldamento globale, i piccoli agricoltori e pescatori hanno alimentato la schiera di combattenti o di milizie che si oppongono al gruppo.
Le Nazioni Unite stimano che l’instabilità alimentare e di sicurezza abbia costretto più di 2 milioni di persone a lasciare le loro case nell’area e che 10,7 milioni dipendano dagli aiuti alimentari per sopravvivere.