Stretta in una profonda crisi, l’Angola ha bisogno di fondi per rilanciare la sua economia. Il governo di Luanda ha quindi deciso di privatizzare i settori dei diamanti e del petrolio, due fiori all’occhiello del Paese.
Le privatizzazioni dovrebbero avvenire entro la fine del 2021. Secondo il ministro delle Finanze, Vera Daves Da Souza, il processo sarà rapido. Anche perché se queste privatizzazioni sono dettate dall’urgenza della crisi, fanno anche parte di un vasto programma di progressivo ritiro dello Stato dalla sfera economica.
Le privatizzazioni della compagnia petrolifera nazionale Sonangol e della compagnia di diamanti Endiama avverranno solo dopo una profonda ristrutturazione delle due società per renderle appetibili agli investitori internazionali.
Sonangol è la spina dorsale dell’Angola che è il secondo produttore di petrolio africano. Lo stesso vale per Endiame. Se l’industria diamantifera rappresenta solo il 3% della ricchezza nazionale, l’azienda è però una fonte importante di entrate per lo Stato.
Con l’avvento al potere di Joao Lourenço, il Paese ha intrapreso un ambizioso programma di privatizzazioni destinato a trasformare radicalmente un’economia ancora ampiamente in mano pubblica. Anche se il Fmi ha promesso 3,7 miliardi di dollari, il Paese, per risanare i debiti ereditati dal vecchio regime, privatizzerà anche un’altra trentina di società nei settori bancario, assicurativo, trasporti e infrastrutture.