di Claudia Volonterio
L’arte delle marionette sudafricana ha una storia lunga e ricca, che ha resistito al tempo senza deteriorarsi. Ne è la prova l’ultimo successo del celebre burattinaio sudafricano di fama internazionale Adrian Kohler, che è riuscito a trasformare un romanzo del premio Nobel JM Coetzee in uno spettacolo di marionette. Ne dà notizia la Bbc. Un’arte antica, quella delle marionette, che caratterizza le tradizioni di diversi Paesi africani, come Mali, Benin, Togo, Guinea, Burkina Faso, Tunisia…
Il burattinaio sudafricano di fama mondiale Adrian Kohler ha realizzato l’ambizione di trasformare un romanzo del premio Nobel JM Coetzee in uno spettacolo di marionette. In collaborazione con Lara Foot, una delle principali drammaturghe e registe sudafricane ha adattato per il palcoscenico “The Life and Times of Michael K”, romanzo ambientato in Sudafrica durante l’era dell’apartheid. Oggi, giovedì 3 agosto, fa la sua prima nel Regno Unito e lo spettacolo, che si annuncia già un successo, sarà visibile fino al 27 agosto all’Edinburgh Fringe, uno dei più grandi festival di arti dello spettacolo al mondo.
Che cosa lega la storia del Sudafrica all’arte dei burattini ancora oggi è la sua capacità – riporta la World Encyclopedia of Puppetry Art – di adattarsi ai tempi che cambiano. Oggi è una forma d’arte contemporanea, innovativa e di successo. Le sue origini sono antiche, tra significati sociali e spirituali. “Nei burattini africani, l’oggetto iconico detiene un significato specifico e un potere soprannaturale nella performance” si legge sull’enciclopedia dedicata alle arti delle marionette. Quest’arte si è sviluppata in particolare in Sudafrica in epoca coloniale come forma di intrattenimento. Un patrimonio, quello delle arti del teatro di figura, che nel Paese resiste al tempo, un mix tra contemporaneo e tradizione.
Il Sudafrica ha una lunga e ricca storia di marionette. I burattini erano presenti nelle culture tradizionali, sviluppatasi poi come forma di intrattenimento ed educativa, principalmente per bambini, durante l’era coloniale. Le marionette in Sudafrica ma in tutto il continente sono inoltre uno strumento pedagogico che serve a trasmettere la saggezza ancestrale. Il Sudafrica ospita inoltre il più grande festival internazionale di marionette e spettacoli visivi del continente, Out The Box.
Ci sono diverse varietà di burattini nella tradizione sudafricana. L’enciclopedia dell’arte delle marionette cita in particolare le figure umane surreali, scolpite con perizia e manipolate con un’asta nella parte bassa della schiena. O ancora, marionette manipolate da un burattinaio seduto con le gambe tese e quelle infilate tra gli alluci.
Sopravvivono ancora oggi significati spirituali delle maschere e dei feticci, propri delle marionette. Questo substrato indietreggia oggi a favore dell’azione scenica, che diventa sempre più interdisciplinare: una sorta di performance visiva che comprende video, maschere, marionette, teatro e molto altro.
L’arte delle marionette cambia molto in base al contesto. Diffusa in Mali e in generale nei Paesi dell’Africa Occidentale, in questo caso i burattini assumono l’importante ruolo di essere espressione delle vita delle persone, spiega il sito sudafricano southworld.net. Un patrimonio ancestrale che riguarda e caratterizza la vita quotidiana di molte persone, non solo come spettacolo, ma come realizzazione. Ancora oggi le nuove generazioni detengono l’importante compito di conservare il prezioso tesoro dell’arte di fabbricare marionette.
In Tunisia, a marzo si è svolta la quarta edizione delle Giornate delle Arti Marionettistiche di Cartagine, un evento che ha ospitato più di cento burattinai provenienti da 15 Paesi. Tra i professionisti che hanno contribuito alla promozione dell’arte della marionetta in Tunisia, presenti al Festival citiamo il drammaturgo Mohamed El Ouni, l’attrice Faouzia Boumiza e la marionettista Dalila Laabidi.