L’artista plastico camerunese Hako Hankson è stato invitato a rappresentare il Camerun alla prossima Biennale d’Arte di Venezia, che si terrà da sabato 20 aprile a domenica 24 novembre 2024. Nato nel 1968 a Bafang, nell’ovest, Hako (il cui vero nome è Gaston Hako) oggi vive e lavora a Douala, la capitale economica camerunese.
In attesa della presentazione delle sue opere alla Biennale, con l’intermediario dell’associazione Itafrica-Ethical Business association di Milano e dell’Ambasciata d’Italia in Camerun, Hako esporrà al Salon Promote, principale fiera commerciale multisettoriale, in procinto di aprire a Yaoundé.
Saranno presenti, tra gli altri, l’architetto Michele Premoli Silva, uno soci dei fondatori di Itafrica, il capo tradizionale Mvondo Bruno, presidente onorario di Itafrica e coordinatore di RecTrad la rete dei capi tradizionali, e i rappresentanti dell’ordine degli architetti del Camerun tra cui Edith Flaure Mipo Tchinkou, responsabile del festival Ndop.
Secondo una biografia pubblicata dall’Oh Gallery, Hako Hankson è il figlio di un esperto di oggetti rituali. Fu suo padre a trasmettergli le sue conoscenze. Insediato a Douala dalla fine degli anni ’80, Hako Hankson è proiettato in un ambiente cosmopolita e ama quello che definisce “il disordine caotico della vita quotidiana”. I suoi dipinti e i suoi disegni sono ispirati da scene di strada, il che gli è valsa la qualifica di narratore urbano.
Appartenente a una generazione di artisti visivi autodidatti in un’epoca in cui il Camerun non disponeva ancora di scuole di belle arti, ha dimostrato ingegnosità e pazienza nel plasmare il suo universo visivo. La qualità del suo lavoro fu notata e quindi espose i suoi primi dipinti in un nuovissimo centro d’arte, Doual’art, creato nel 1991 da Marilyn Douala Bell e Didier Schaub, un luogo innovativo per sostenere gli artisti. Negli anni ’90, Hako Hankson ha acquisito una certa notorietà in Camerun, che gli ha permesso di guadagnarsi da vivere con la sua pratica, ma anche di confrontarsi con formati più grandi e sperimentare altri mezzi, in particolare la scultura.
Panafricano e libero pensatore, Hako Hankson cita volentieri i grandi indipendentisti – Thomas Sankara, Ahmed Sekou Touré, Kwame Nkrumah – e si ispira al pensiero di Cheikh Anta Diop, aderendo a una visione afrocentrica che attribuisce un luogo primordiale alla cultura dell’Africa subsahariana e incoraggia la solidarietà nel continente. Il suo lavoro è stato esposto in Camerun, Italia, Francia, Portogallo, Svizzera e in Senegal, in particolare con una selezione alla Biennale di Dakar.