«Ero al terminal A e avevo appena passato il check-in quanto ho visto crearsi il caos. Non ho sentito le esplosioni, ma ho visto la gente che correva e urlava». È la testimonianza in presa diretta di Gianfranco Belgrano, giornalista, direttore di InfoAfrica/Africa e Affari nonché di Atlas, raggiunto telefonicamente dalla redazione di «Africa».
Si è trovato in mezzo all’attentato di Bruxelles mentre stava tornando in Italia da un viaggio in Camerun. In transito dallo scalo di Bruxelles stava aspettando di imbarcarsi. In quel momento ha sentito la confusione, la gente che scappava e urlava. Lui, da giornalista esperto, ha cercato di capire che cosa fosse accaduto. Ma la confusione regnava sovrana. «Al terminal – racconta – uno speaker per due volte ha chiesto di evacuare l’area. Salvo poi correggersi. Anche loro non sapevano che cosa fare e che cosa dire. Si capiva che non avevano la situazione in pugno».
Belgrano spiega che non c’è stato un intervento immediato né delle forze di sicurezza né dei soccorsi medici. «I primi a intervenire – osserva – sono stati i vigili del fuoco, solo dopo, ma con un certo ritardo, sono arrivati gli agenti e i sanitari». A un certo punto i viaggiatori del Terminal A, come Belgrano, sono stati fatti scendere sulla pista. «Anche lì c’era confusione – spiega -. Eravamo in mezzo agli aerei, ai bagagli. Devo dire che, nella disorganizzazione, la gente ha invece reagito bene ed è rimasta ordinata. Nonostante continuassero a non arrivarci notizie né indicazioni chiare».
Mentre parlava con noi, Belgrano era stato imbarcato su un autobus e stava uscendo dallo scalo. Lo stavano portano in un luogo più sicuro.