Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, attualmente in tour in alcuni Paesi dell’Africa meridionale, ha detto che la Francia sta “intervenendo negli affari interni dei Paesi africani” e in particolare “sostenendo i terroristi in Libia, la Francia ha incoraggiato il terrorismo in Africa”. Le dichiarazioni del ministro russo sono state pronunciate durante la visita a Mbabane, capitale di eSwatini, in Africa sud-orientale, dove Lavrov ha incontrato il ministro degli Esteri Thuli Dladla.
Nel corso di una conferenza stampa tenutasi dopo l’incontro, Lavrov ha reagito alla dichiarazione del presidente francese Emmanuel Macron secondo cui ci sarebbe la Russia dietro la decisione del Burkina Faso di chiedere ai soldati francesi di lasciare il Paese: “È una questione di politica estera, non interveniamo negli affari interni di altri Paesi. Le dichiarazioni di Macron mostrano che la Francia lo fa”. Lavrov ha ricordato che una cosa del genere era già avvenuta in Mali. Il ministro russo ha anche sottolineato che “compagnie militari private francesi operano in Eurasia”.
Sul tema, Lavrov ha chiarito la posizione della Russia: “Siamo accusati di minare gli interessi francesi nella Repubblica Centrafricana, in Mali e ora in Burkina Faso. Questa è la mentalità che l’Unione europea (Ue) applica ovunque nel mondo. Questa mentalità è stata utilizzata anche per l’Ucraina negli anni 2000”, ha detto il ministro russo, osservando inoltre che la Francia ha svolto “un ruolo importante” nell’attacco alla Libia che portò alla fine di Gheddafi e al crollo dello stato libico.
“Sostenendo i terroristi in Libia, la Francia ha incoraggiato il terrorismo che si osserva ancora in Africa. È triste che la mentalità coloniale e la strategia del ‘divide et impera’ siano ancora utilizzate nella politica estera dei nostri colleghi europei. e occidentali”, ha concluso Lavrov.
Le parole del ministro russo sono solo l’ultimo capitolo di una guerra diplomatica tra Francia e Russia in Africa. La Russia è accusata da tempo da Parigi, e non solo, di inviare truppe mercenarie nel continente al fine di garantirsi dai governi locali l’accesso alle risorse minerarie, ma anche umane visto che diversi combattenti africani del gruppo paramilitare privato Wagner in Ucraina sono morti durante il conflitto.
La sicurezza tuttavia non è l’unico settore in cui Francia e Russia si fronteggiano sul terreno africano. La scorsa settimana, il 18 gennaio, sempre Lavrov aveva detto che La Russia e i Paesi africani si stanno muovendo verso l’uso delle valute nazionali per regolare i loro scambi commerciali, abbandonando così il dollaro: “Come sapete, stiamo programmando un secondo vertice Russia-Africa quest’anno e stiamo preparando una serie di eventi per questa occasione” aveva detto Lavrov nel corso di una conferenza stampa, a Mosca, sui risultati dell’attività diplomatica russa nel 2022.
“Sono in fase di elaborazione documenti per riconfigurare i meccanismi di interazione di fronte alle sanzioni e creeremo nuovi strumenti per la cooperazione nel commercio, negli investimenti, nelle catene di approvvigionamento e nei pagamenti” aveva annunciato il ministro russo: “C’è una transizione verso gli accordi nelle valute nazionali. Questo processo non è veloce, ma è in corso e sta guadagnando slancio”.
Mosca ha accelerato la “dedollarizzazione” del commercio estero dall’inizio della guerra in Ucraina e ha già convinto alcuni dei suoi principali partner commerciali, tra cui India e Cina, a intensificare l’uso delle valute nazionali negli accordi reciproci.
Nel giugno 2022, il ministro del Commercio russo Denis Manturov e il suo omologo egiziano, Nevin Gamea, hanno annunciato la loro intenzione di utilizzare le loro valute nazionali per il regolamento dei loro scambi commerciali bilaterali. Oltre all’Egitto, i principali partner commerciali della Russia nel continente africano sono Sudafrica, Algeria, Sudan, Etiopia e Nigeria.