di Andrea Spinelli Barrile
Il viaggio del ministro degli Esteri russo Lavrov in Mali, proveniente da Baghdad in Iraq, è il terzo viaggio in Africa del potente ministro russo dallo scorso mese di luglio, l’ennesimo tassello del piano di espansione russo nel continente africano, un tentativo per evitare l’isolamento imposto dalle sanzioni occidentali e mantenere amicizie, e partnership commerciali, internazionali.
Con una visita lampo di meno di 24 ore il ministro degli Esteri russo Lavrov vuole continuare a tessere la tela di Mosca in Africa occidentale: da quando ha preso il controllo del Mali con due colpi di stato dall’agosto 2020, la giunta militare guidata dal colonnello Assimi Goita ha chiesto ed ottenuto il sostegno russo per aiutare la sua lotta anti-jihadista, mettendosi in aperta opposizione con le forze francesi, europee e internazionali presenti nel Paese da anni e cavalcando un sentimento anti-francese sempre più diffuso nella popolazione.
Nei mesi scorsi, diversi funzionari maliani si sono recati a Mosca, più volte, ma la visita di Lavrov è “la prima del suo genere” volta a cementare “una nuova dinamica” per la sicurezza e la cooperazione economica tra i due Paesi, secondo una nota del ministero degli Esteri del Mali.
Lavrov oggi incontrerà Goita, ha già incontrato il ministro degli Esteri Diop e sono previsti diversi punti stampa nell’arco della giornata.
I mesi scorsi il Mali ha già ricevuto aerei ed elicotteri d’attacco da Mosca, oltre a diverse centinaia di soldati russi descritti dai leader del Mali come “istruttori” che stanno contribuendo a rafforzare la sua difesa e sovranità. Tuttavia diversi gruppi per i diritti umani affermano che questi combattenti russi sono in realtà paramilitari del gruppo Wagner, accusati più volte e non solo in Mali di tattiche brutali e violazioni dei diritti umani. I leader militari del Mali tuttavia hanno rivendicato i loro “successi” contro i gruppi islamisti.
La visita di Lavrov arriva anche tra i dubbi sul fatto che Goita si atterrà al suo accordo con Ecowas e la comunità internazionale per un ritorno al governo civile nel marzo 2024, soprattutto con il perpetrarsi e l’aggravarsi della crisi della sicurezza in tutto il Paese.
Il mese scorso, il Coordinamento dei movimenti Azawad (Cma), un’alleanza Tuareg che ha combattuto lo Stato per anni prima di firmare un accordo di pace nel 2015, ha dichiarato che si stava ritirando dagli sforzi per redigere una nuova Costituzione, accusando la giunta militare di fare opposizione passiva.
Con l’aumentare delle tensioni con la comunità internazionale, Mosca spera di cogliere l’occasione per espandere la propria influenza in una regione del mondo molto travagliata. A gennaio, Lavrov ha criticato l’Occidente accusando gli Stati Uniti e i suoi alleati di “metodi coloniali” durante una visita in Angola, Sudafrica ed eSwatini, insistendo sul fatto che Mosca cercasse relazioni nel continente basate su “solidarietà e sostegno”.