“Le bugie del miracolo africano” è il titolo di un saggio di 25 pagine contenuto nell’ultimo numero della rivista semestrale diretta da Angelo Del Boca, I sentieri della ricerca. Ricerca che ha per oggetto la storia italiana, compresa quella coloniale ma anche con squarci di storia africana non esclusivamente legata alle italiche vicende. Del Boca stesso nell’editoriale programmatico dichiarava essere la sezione “Africa e dintorni” «il nostro fiore all’occhiello», nel rettifilo di Studi piacentini di cui I sentieri della ricerca è l’erede.
L’assunto di Zorloni, che cominciò a fare volontariato internazionale nei primi anni Ottanta, ossia con una forma mentis critica del modello di sviluppo dominante, è che a un certo momento il termine “miracolo” ha cominciato a popolare la pubblicistica sull’Africa (la data che egli individua è quella del 1999, anno di uscita di The African Miracle, un libro di per sé focalizzato sul Botswana)… Ed è stato un grande inganno. Una bugia.
L’inizio di una nuova, più promettente fase per un buon numero di economie del continente (si prese a parlare di «leoni africani» così come si era parlato di «tigri asiatiche») faceva ben sperare sulla messa al passo di molti Paesi storicamente derelitti. “Messa al passo”, naturalmente, con i dettami della globalizzazione: libero commercio internazionale, massima importanza attribuita al Pil (la crescita macroeconomica, in effetti, in molti casi era decollata), emergere di un ceto medio (gonfiato dai media) capace di consumi. Da qualche anno, poi, una “nuova” classe di dirigenti, dall’Eritrea al Ruanda, sembrava agli occhi di molti foriera di un assetto politico moderno, conveniente per tutti.
Per decenni erano state sperimentate sul continente molte formule per “salvarlo” (rivoluzione verde, “sviluppo”, socialismo…). «Quale novità, dunque, con l’arrivo del XXI secolo – s’interroga Zorloni –, doveva rivestire i panni di prodigioso ritrovato che, al pari di quanto era stato sciorinato per tutto il Novecento, potesse conferire l’illusione di far entrare gli africani nella grande famiglia dei popoli “sviluppati”?». La risposta stava ancora in una rivoluzione, questa volta «di tipo informatico-finanziario, talmente potente da far saltare le tappe agli africani».
Nel 2013, registra l’autore, l’euforia comincia a spegnersi. E lascia spazio al grande dubbio che aveva sempre covato in quanti non si erano rassegnati a credere nella nuova versione della «mano invisibile» e che si domandavano (o, dall’interno, constatavano) quale fine avesse fatto, in tutto questo, la giustizia sociale (per non parlare anche dell’ambiente).
La presentazione dell’epistolario di un ufficiale italiano in Libia e in Etiopia è l’altro corposo articolo nella sezione africana di questo numero della rivista.
I sentieri della ricerca, n. 21, pp. 285, € 20,00
(Pier Maria Mazzola)