“L’Africa cerca una collaborazione reciproca piuttosto che l’influenza del grande fratello, affermano gli esperti dopo il vertice USA-Africa”. E’ questo il titolo di un lungo articolo pubblicato oggi dall’agenzia di stampa cinese Xinhua, e subito rilanciato dal quotidiano di Stato in inglese China Daily, dove vengono raccolti commenti e pareri di alcuni analisti africani e degli autori del pezzo. L’articolo, che non lesina critiche all’atteggiamento avuto dagli USA nei confronti dei governi africani negli ultimi anni lasciando in trasparenza le lodi per il diverso atteggiamento cinese, mostra con chiarezza la percezione da parte cinese di una competizione con gli USA per l’influenza nel continente africano.
“Gli esperti africani sperano che gli impegni presi dagli Stati Uniti al vertice dei leader USA-Africa tenutosi la scorsa settimana portino ad azioni concrete e non a vuote promesse – si legge su Xinhua – Questo è stato il primo vertice USA-Africa otto anni dopo che l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama ne aveva ospitato uno. Durante la leadership del presidente Donald Trump non si è tenuto alcun vertice di questo livello”.
L’agenzia cinese ricorda come oltre alle discussioni per catalizzare gli investimenti in settori critici, tra cui sanità, infrastrutture, energia, agroalimentare e digitale, Biden abbia anche ospitato “un piccolo gruppo” di leader africani alla Casa Bianca per una discussione sulle imminenti elezioni presidenziali nei loro paesi nel 2023 e sul sostegno gratuito degli Stati Uniti, per elezioni eque e credibili in Africa. Anche se i paesi africani “hanno bisogno di sostegno per colmare il deficit causato da varie sfide (…) gli esperti africani sostengono che l’Africa non voglia “l’influenza di un fratello maggiore “.
Secondo Xinhua gli Stati Uniti “non sono riusciti a rendersi conto che i leader africani conoscono meglio le esigenze dei loro paesi e non hanno bisogno di lezioni sui loro affari interni”. Riportando poi i virgolettati di Cavince Adhere, presentato come studioso di relazioni internazionali con sede in Kenya, Xinhua sostiene “che i diritti umani, gli interessi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti e la promozione della democrazia non piacciono a molti paesi africani”.
L’Africa, sostiene Xinhua, è invece interessata a un partenariato reciproco in cui il continente sia un attore alla pari sulla scena internazionale. “Il miglioramento della governance nel continente non dovrebbe basarsi sulle opinioni e sui sentimenti di partner esterni come gli Stati Uniti. Piuttosto, è una funzione del desiderio interno dei paesi africani di modernizzare i propri quadri di governance per offrire sviluppo alle persone”, scrive Xinhua citando Adhere. Secondo Xinhua e gli esperti interpellati, Washington faticherà a mantenere le proprie promesse in Africa.
“Due fattori rischiano di ostacolare il mantenimento delle promesse – scrive Xinhua citando Adhere – Il primo è la dipendenza dal settore privato occidentale che ha spesso considerato l’Africa come un luogo rischioso in cui investire. In secondo luogo, l’insistenza degli Stati Uniti nell’usare il proprio giudizio di valore e il proprio sistema nella progettazione di accordi di cooperazione con i paesi africani. Gli africani vogliono essere trattati come partner alla pari e non vorrebbero essere visti nelle prospettive occidentali”, ha aggiunto.
L’articolo dell’agenzia stampa cinese riporta poi le posizioni di Jean Emmanuel Pondi, professore di scienze politiche e relazioni internazionali presso l’Università di Yaoundé I in Camerun, secondo il quale “gli aiuti americani sono sempre accompagnati da condizioni che interferiscono chiaramente negli affari interni del paese… quando questo non funziona, l’America procede a minacciare i funzionari con sanzioni”.
In conclusione, secondo Xinhua, gli esperti africani “hanno sostenuto che mentre il vertice cerca di rafforzare il partenariato tra Stati Uniti e Africa in aree reciprocamente concordate, gli Stati Uniti dovrebbero anche considerare la cooperazione del continente con altri partner con una mente aperta”.
“Tutti i partner sono i benvenuti in base al loro valore utilitaristico. L’Africa vuole impegnarsi con gli Stati Uniti alle proprie condizioni e non a quelle stabilite dagli Stati Uniti”, afferma concludendo il pezzo Cavince Adhere.