A luglio decine di villaggi sono state spazzate via dal fango nell’area montuosa di Kencho Shacha Gozdi, nel sud del Paese, dove violenti piogge hanno provocato una serie di frane catastrofiche che hanno ucciso almeno 257 persone, in maggioranza donne e bambini (nella foto, la sepoltura di una giovane vittima). L’Etiopia, che con i suoi 120 milioni di abitanti è il secondo Paese più popoloso dell’Africa, è molto vulnerabile ai disastri climatici e agli eventi meteorologici estremi, come inondazioni e siccità. – Foto di Michele Spatari/ Afp
Nell’altopiano etiopico gli smottamenti sono comuni nella stagione delle piogge, causando migliaia di sfollati, ma le eccezionali precipitazioni di quest’anno sono giunte dopo una stagione secca particolarmente lunga e hanno infierito su comunità agropastorali già allo stremo e su un territorio riarso e ferito dal progressivo disboscamento ad opera dell’uomo. La topografia e la fragilità della regione hanno contribuito alla gravità del disastro, rendendolo una delle peggiori calamità naturali nella storia recente del Paese.
