Etienne Tshisekedi, morto ieri all’età di 84 a Bruxelles (Belgio), era una figura carismatica. Uno di quei politici che hanno segnato la sua epoca e hanno fatto la storia del proprio Paese. E proprio per l’importanza del suo ruolo, lascerà un grande vuoto e grandi incognite nella politica congolese.
Tshisekedi è stato uno dei primi avvocati del Congo Belga (poi Zaire e, infine, Repubblica Democratica del Congo). Ma il suo destino non è carriera forense, ma la politica. Nei primi anni dopo l’indipendenza del Congo (1960) diventa consigliere del Premier Patrice Lumumba, assassinato poi dai servizi di sicurezza belgi.
Successivamente entra nell’amministrazione secessionista del Kasai. Ma quest’ultima è un’avventura effimera che dura poco. Negli anni Novanta torna ad avere un ruolo nazionale accettando di collaborare con il dittatore Mobutu Sese Seko e diventare, per due volte Premier.
Caduto Mobutu, la situazione politica diventa complessa. Tshisekedi fonda l’Union pour la Démocratie et le Progrès social (Udps), la principale componente di «Le Rassemblement», la coalizione che si oppone al Presidente Joseph Kabila. E infatti non solo rifiuta l’ipotesi di una modifica della Costituzione che permetta a Kabila di rimanere al potere, ma il 18 ottobre non firma gli accordi che prevedono, tra l’altro, il rinvio delle elezioni presidenziali al 2018.
È Tshisekedi, insieme ai colleghi di «Le Rassemblement», a dar vita a una serie di manifestazioni che costringono Kabila a cedere e a tornare al tavolo delle trattative. L’intesa di San Silvestro, mediata dai vescovi congolesi e firmata anche da Tshisekedi, prevede la tenuta delle elezioni presidenziali e politiche entro il dicembre 2017 e la nomina di un Premier scelto tra le fila dell’opposizione.
La scomparsa di Etienne Tshisekedi è avvenuta in un momento cruciale della storia della Repubblica Democratica del Congo. Le trattative per l’attuazione degli accordi di San Silvestro sono bloccate sulla nomina del Primo Ministro del Governo di transizione. Proprio Tshisekedi era uno dei candidati più credibili per quella posizione. La scomparsa del massimo esponente dell’opposizione apre ora spazi per altri candidati, ma anche a spaccature e divisioni all’interno del fronte anti Kabila.