di Claudia Volonterio
In questi tempi difficili per i diritti delle persone LGBTQ+ in Africa, con l’inasprirsi delle leggi che puniscono l’omosessualità in Paesi come Uganda – dove vige una delle leggi più dure al mondo – o recentemente Ghana o Kenya, ci sono attivisti del continente che non si sono fermati e si battono ogni giorno per la difesa delle libertà individuali che, per molte persone non sono garantite. In diversi Paesi africani l’omosessualità è un reato e vivere senza la paura di persecuzioni o procedure giudiziarie sembra ormai impossibile.
Il Pride Month è finito, ma la difesa dei diritti delle persone Lgbtq+ in Africa continua. Al centro c’è l’impegno di tanti attivisti/e che non si fermano, nemmeno davanti all’inasprirsi dei provvedimenti governativi. Non è possibile parlare in maniera esaustiva di tutti, ma citare alcune storie simboliche può porre luce sull’impegno quotidiano e silenzioso di molti di loro.
Tra le più conosciute spicca Bandy Kiki (foto di apertura), blogger camerunese residente nel Regno Unito e attivista LGBTQ+, portavoce di Rainbow Equality Hub, che si batte per i diritti delle persone queer nel paese. Celebri sono i suoi contenuti YouTube che demistificano la queerness in Africa. Kiki, riporta Okay Africa, è inoltre al fianco delle persone LGBTQ+ che intendono migrare in un altro Paese, supportandole nella loro ricerca di asilo fuori dai Paesi dove vivono, attraverso l’organizzazione Rainbow Migration.
Trinah Kakyo, ventottenne attivista ugandese, è la fondatrice del progetto “Kakyoproject”, uno spazio digitale inclusivo che la giovane ha pensato per aiutare in particolare i suoi connazionali affinché possano sentirsi sostenuti e trovare informazioni utili, come i servizi di supporto psicologico.
Il sito globalcitizen.org menziona l’impegno di Richard Akuson, avvocato, editore e attivista LGBTQ+ dalla Nigeria. Nel 2017 ha fondato la rivista A Nasty Boy, la prima pubblicazione della Nigeria dedicata esclusivamente ai membri LGBTQ+. Akuson ha vissuto sulla sua pelle attacchi omofobi ed è stato denunciato dai suoi stessi genitori. Questo l’ha portato a cercare asilo negli Stati Uniti. La sua rivista è un riferimento e un importante strumento di conoscenza, celebrazione e responsabilizzazione delle persone LGBTQ+ non solo in Africa.
Un riferimento per la comunità LGBTQ+ in Ghana è Alex Kofi Donkor, 22 anni, che ha saputo utilizzare i social network come canali per creare consapevolezza. La sua lotta, riporta Okay Africa, è diventata poi uno spazio fisico LGBTQ + Right Ghana Center. Spazio che purtroppo è stato fatto chiudere dalle forze di sicurezza del Paese poco dopo l’apertura.
Vogue segnala l’attivismo visuale della nigeriana Ikpe-Etim, 34 anni, la quale cerca attraverso il linguaggio cinematografico di cambiare la prospettiva, convinta del grande potere attivista di questo mezzo. Tra le sue opere c’è Ìfẹ́, un cortometraggio che ha scritto su una storia d’amore tra due donne nigeriane.