Le mogli italiane di musulmani marocchini si sono ribellate a «Libero». Nei giorni scorsi il quotidiano italiano ha pubblicato un duro articolo in cui ha messo in guardia le italiane dallo sposarsi con uomini di fede islamica. «Care donne europee, sposare un islamico è una follia pericolosa» era il titolo del pezzo. Una provocazione, che alcune donne hanno pensato di non lasciare cadere.
Letto l’articolo hanno deciso di uscire dai confini del gruppo di Facebook all’interno del quale si confrontano e discutono. Sono 120 italiane sposate con marocchini di religione musulmana che hanno firmato una lettera aperta al quotidiano. Scrivono che quella che altri ritengono una follia, per loro è stata ed è tuttora «un motivo di crescita e di conoscenza».
«La diversità per noi – è scritto nella lettera rilanciata dall’agenzia Ansa – non significa essere migliori o peggiori, vuol dire vivere l’essere differenti come una ricchezza e non come un ostacolo». La vera follia, dicono è «sposare uomini non educati all’amore e al rispetto e di questi uomini purtroppo ce ne sono ovunque e di tutti i credo».
«Architetti, ingegneri, avvocati, dottori, studenti desiderosi di pace e di considerazione come tutti», questi sono i mariti e i figli che hanno accanto, non certo pericolosi terroristi «pronti a farsi esplodere». «I veri terroristi – concludono – sono quelli che, come voi, spacciando informazioni discriminanti per giornalismo, divulgano un sentimento di diffidenza ingiustificato e irragionevole».
La lettera è nata sull’onda della campagna #hosposatounmusulmano lanciata sulla rete dalla giornalista e scrittrice Laura Silvia Battaglia (sposata a uno yemenita) per combattere i pregiudizi nei confronti dei musulmani. Ancora troppo spesso identificati come pericolosi terroristi o come destabilizzatori.