Gas lacrimogeni sono stati usati per disperdere i manifestanti alle manifestazioni che si sono tenute ieri sera in Egitto, le prime proteste da quando il presidente Abdel Fattah al-Sisi è salito al potere nel 2014.
Centinaia di egiziani hanno riempito Piazza Tahrir al Cairo nella serata di venerdì chiedendo le sue dimissioni, come si vede nelle immagini, sito chiave della rivoluzione egiziana del 2011. Le dimostrazioni si sono tenute anche in altre parti del Paese, in risposta alle accuse di corruzione contro il governo del presidente Sisi.
Come ricorda l’Ansa, questo tipo di proteste non si vedevano nel Paese nord africano da almeno sei anni. Qualche centinaio di dimostranti si è radunato scandendo slogan per “la caduta del regime” e l’abbattimento di Abdel Fattah al Sisi, l’ex generale successore di Mubarak che dal 2013 governa l’Egitto mettendo a tacere ogni dissenso.
Un atto di protesta limitato nelle dimensioni ma dall’alto valore simbolico in un Paese in cui migliaia di oppositori, islamisti e laici, sono stati incarcerati da quando Sisi ha preso il potere con un colpo di mano militare in una nazione in preda alla confusione, deponendo il presidente Mohammad Morsi, esponente dei Fratelli Musulmani contestato da un vastissimo movimento popolare.
Analoghe manifestazioni si sono svolte la notte scorsa anche in altre città egiziane, tra cui Alessandria, Suez, Damietta e Mahallah. Anche in questi casi la partecipazione non era ingente. Ma il fatto che le autorità prendano seriamente il fenomeno è confermato dalla reazione della polizia. Al Cairo i manifestanti sono stati dispersi con il lancio di lacrimogeni e ancora ieri, nonostante il ritorno alla normalità, intorno a Piazza Tahrir si poteva vedere un ingente schieramento di forze dell’ordine.
Diversi testimoni hanno parlato di decine di arresti in tutto il Paese legati alle proteste, ma il numero esatto non si conosce, poiché le autorità non hanno fornito alcuna notizia sugli incidenti. Secondo la Afp citata france 24, si tratterebbe di almeno 74 persone.
La genesi delle proteste è singolare. I manifestanti hanno raccolto l’appello lanciato in questi giorni sui social media da un imprenditore egiziano, Mohamed Ali, in esilio in Europa, che ha accusato lo stesso presidente e diversi generali di corruzione.
Ieri Human Rights Watch ha accusato “le agenzie di sicurezza” di Sisi di avere “usato una forza brutale per sedare le proteste pacifiche” e ha chiesto alle autorità di “proteggere il diritto a protestare pacificamente”.