Si avvicina al mezzo secolo di vita con fatica la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Cedao/Ecowas). Oggi l’organizzazione regionale celebra il 49° anniversario della firma del Trattato istitutivo e per questa ricorrenza, il presidente della Commissione, Omar Alieu Touray, ha lanciato un appello all’unità dei Paesi membri per far fronte alla crescente insicurezza.
“È nostro dovere rimanere uniti se aspiriamo alla vittoria nella lotta contro l’insicurezza. Ma è proprio la nostra unità ad essere minacciata oggi. Dobbiamo fare tutto il possibile per preservarla (…)”, ha detto.
“Mentre celebriamo il nostro 49° anniversario, l’insicurezza continua a minacciare la nostra regione. Alcuni dei nostri Stati membri combattono quotidianamente i gruppi terroristici e gran parte della nostra popolazione deve far fronte allo sfollamento e all’insicurezza alimentare”, ha riconosciuto Touray nella sua dichiarazione.
Profonde divisioni hanno segnato gli ultimi tempi in seno all’Ecowas, in particolare a causa dei cambi di potere non democratici avvenuti in diversi Paesi membri: Mali, Burkina Faso, Niger, tutti guidati da regimi golpisti hanno lasciato l’organizzazione per fondare l’Alleanza degli Stati del Sahel. Sullo sfondo, nette divisioni intestine sulla posizione e sanzioni da adottare nei confronti dei nuovi leader, tra i fautori della linea dura e addirittura dell’intervento armato, come Costa d’Avorio e Benin, e quelli di una visione più morbida e diplomatica, come ad esempio il Togo.
Anche la Guinea è stata teatro di un colpo di Stato, ma non ha rotto con i vertici dell’Ecowas, nonostante sanzioni inizialmente imposte e successivamente rimosse.
Secondo alcuni analisti, l’Ecowas sta attraversando la peggiore crisi della sua storia. I detrattori dell’istituzione regionale la accusano spesso di essere troppo sottomessa alla Francia, ex potenza colonizzatrice della maggior parte dei suoi membri.
In una recente intervista all’agenzia turca Anadolu, il direttore del Centro di ricerca sul bacino del Mediterraneo e le civiltà africane (Akaf), il professore Yunus Turhan lo ha ricordato, evidenziando “la deviazione dell’Ecowas dalla sua filosofia fondatrice, la distanza dal panafricanismo e dall’egemonia occidentale e francese sull’organizzazione”.
“Negli ultimi anni, le fazioni politiche e militari hanno causato profonde divisioni tra i Paesi della regione, mentre è riemersa la lotta per il potere tra Russia e Francia sullo sfondo dell’Ecowas”, ha aggiunto, dettagliando la sua analisi. “Coinvolta militarmente nella regione del Sahel, Parigi ha investito nell’Ecowas desiderando condividerne l’onere politico e finanziario. Questa strategia ha consentito alla Francia di intervenire a costi inferiori riducendo al minimo il rischio di isolamento diplomatico. Tuttavia, dopo il 2015, i tentativi dei paesi dell’Unione Europea di definire una politica africana indipendente, fattori come l’immigrazione, il terrorismo (Daesh) e la Russia hanno spostato l’attenzione dalla Francia al continente europeo, e la sua ricerca di egemonia attraverso l’Ecowas ha cominciato a indebolirsi.
In secondo luogo, la Francia e l’Ecowas non sono ancora riuscite a cogliere appieno l’evoluzione della realtà geopolitica in Africa. Oggi, il numero e la qualità degli attori extraregionali come Russia e Cina, sostenuti dai Paesi africani, sono aumentati. (…) La presenza del Gruppo Wagner in molti paesi africani ha fornito un ombrello e sicurezza ai governi saliti al potere attraverso colpi di stato. In effetti, il processo politico dell’ECOWAS è pieno di successi.
L’Ecowas, una delle otto comunità subregionali riconosciute dall’Unione Africana, è stata fondata il 28 maggio 1975 a Lagos, in Nigeria, da 15 paesi africani firmatari dell’Accordo di Lagos. Inizialmente, si trattava di un’organizzazione focalizzata sull’integrazione economica e sullo sviluppo, ma i Paesi includevano l’integrazione militare e politica insieme all’evoluzione del sistema.
Il successo dell’intervento dell’organizzazione nella guerra civile della Liberia nel 1990 con 3.000 soldati ha dato all’Ecowas prestigio regionale e globale. Le successive operazioni militari in Sierra Leone nel 1997, Guinea Bissau nel 1999, Costa d’Avorio e Liberia nel 2003, Mali nel 2013 e Gambia nel 2017 hanno reso l’Ecowas uno dei più importanti attori subregionali dell’Africa.