a cura di Enrico Casale
È stato ufficiale dell’esercito italiano, bersagliere, fiero oppositore del fascismo ma, soprattutto, pilota d’aereo. Il primo aviatore militare nero al mondo. Ma di Domenico Mondelli in Italia non si sa nulla. Sul suo nome è caduto una sorta di oblio che solo un libro pubblicato di recente sta diradando: Il Generale nero curato da Mauro Valeri (Odradek Edizioni, pp. 276, euro 20).
Mondelli nasce ad Asmara (Eritrea) nel 1886. Il suo vero nome è Wolde Selassie. Ha solo cinque anni quando il colonnello Emilio Mondelli lo adotta. L’ufficiale torna con il piccolo in Italia e qui lo avvia alla carriera militare. Il giovane frequenta il Collegio militare di Roma e l’Accademia di Modena, dove ottiene il grado di sottotenente.
In quegli anni si affacciano i primi aerei da diporto. Lui si appassiona al volo e inizia a frequentare i corsi di pilotaggio per ottenere il brevetto. Lo consegue nel 1914, proprio alla vigilia dello scoppio della Prima guerra mondiale. E infatti viene subito spedito a sorvolare le linee nemiche in Slovenia e Friuli-Venezia Giulia (allora sotto dominio austriaco). Viene ferito in battaglia. Ma torna presto al fronte. Il suo coraggio impressiona i superiori. Tanto che viene decorato con due medaglie d’argento e due di bronzo.
Alla fine del conflitto, decide di rimanere nelle forze armate. Con l’arrivo del fascismo, però, arrivano per lui tempi difficili. In procinto di essere promosso colonnello, la sua carriera viene bloccata. I fascisti non gradiscono che un ufficiale di origini africane possa comandare militari bianchi. Lui si oppone a leggi e prassi discriminatorie, ma nulla può contro il regime. Decide così di congedarsi.
Terminata la Seconda guerra mondiale viene riabilitato dalla Repubblica italiana. La sua carriera riprende: generale di brigata (1959), divisione (1963), corpo d’armata (1970). Poi l’oblio. Indro Montanelli disse di Amedeo Guillet, un altro ufficiale le cui gesta eroiche sono state dimenticate in Italia: «Fosse nato in Gran Bretagna sarebbe diventato un nuovo Lawrence d’Arabia». Forse anche Domenico Mondelli.