Il primo ministro del Lesotho Thomas Thabane ha confermato le sue dimissioni con un discorso televisivo. Implicato nell’assassinio della sua ex moglie, avventuto nel 2017, il politico alla fine si è arreso dopo essere stato al centro di una profonda crisi politica: «Mi presento oggi davanti a voi per dirvi che il lavoro che mi avete affidato potrebbe non essere finito, ma che è giunto il momento per me di ritirarmi dal teatro delle operazioni, di lasciare la vita pubblica e i miei doveri», ha detto Thabane. Il capo del Governo ha annunciato lunedì il suo ritiro alla stampa. Al potere dal 2017, Thabane, 80 anni, potrebbe essere sostituito dall’attuale ministro delle Finanze Moeketsi Majoro.
Il capo del governo è stato sulla graticola da quando la giustizia lo ha sospettato, all’inizio di quest’anno, di aver partecipato all’assassinio della sua ex moglie, Lipolelo Thabane, pochi giorni prima di entrare in carica. Il suo partito, la Convenzione di tutti i Basoto (ABC), e il Governo di coalizione, lo hanno esortato a più riprese a dimettersi, ma l’ottuagenario premier si è aggrappato al potere, anche se si era impegnato a lasciare l’incarico entro la fine di luglio a causa della sua età.
Il mese scorso, Thomas Thabane non ha esitato a mandare l’esercito per le strade della capitale Maseru per «ristabilire l’ordine» – si è giustificato – e a definire i suoi nemici politici “faziosi”. Con la mediazione sudafricana, la coalizione di governo si era impegnata a consentire un’uscita “degna” del Primo Ministro. Ma Thabane si è sempre rifiutato di fissare una data per la sua partenza.