Il governo etiope ha annunciato ieri l’espulsione di sette funzionari delle Nazioni Unite dal Paese. Il governo accusa i diplomatici di “ingerenza nella politica interna”. Addis Abeba ha ordinato ai funzionari Onu di lasciare il Paese entro 72 ore. Secondo un comunicato del ministero degli Esteri, rilanciato dai media etiopi, i membri del personale di diverse organizzazioni dell’Onu sono stati dichiarati “persona non grata”. La dichiarazione non ha fornito ulteriori dettagli, ma la dichiarazione è stata fatta in relazione alle operazioni delle agenzie nella regione più settentrionale dell’Etiopia del Tigray.
In sostanza, il governo etiope accusa gli operatori umanitari di sostenere le forze tigrine. Accuse fermamente negate dagli operatori umanitari.
La decisione è stata condannata dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, attraverso il suo portavoce. “Tutte le operazioni umanitarie delle Nazioni Unite sono guidate dai principi fondamentali di umanità, imparzialità, neutralità e indipendenza – ha affermato Stephanie Tremblay, portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite -. In Etiopia, le Nazioni Unite stanno fornendo aiuti salvavita tra cui cibo, medicine, acqua e forniture igienico-sanitarie alle persone in disperato bisogno”. Tremblay ha poi aggiunto di aver piena fiducia nel personale delle Nazioni Unite che si trova in Etiopia e di sostenere il loro lavoro. “L’Onu – ha continuato – è impegnata ad aiutare il popolo etiope che fa affidamento sull’assistenza umanitaria. Ora stiamo impegnandoci con il governo dell’Etiopia nella speranza che il personale delle Nazioni Unite interessato possa continuare il suo importante lavoro”.
L’annuncio del governo etiope ha scatenato anche la reazione della Casa Bianca. “Il governo degli Stati Uniti – ha dichiarato Jen Psaki, addetto stampa della Casa Bianca – condanna con la massima fermezza la decisione senza precedenti del governo etiope di espellere la leadership di tutte le organizzazioni delle Nazioni Unite coinvolte nelle operazioni umanitarie in corso. Siamo d’accordo con i leader delle Onu: questa è una macchia sulla nostra coscienza collettiva e deve fermarsi”.
La regione del Tigray ospita sei milioni di persone ed è in guerra con l’Etiopia e i suoi alleati da quasi un anno. Dopo l’occupazione delle truppe etiopi della regione a novembre dello scorso anno, in estate le milizie tigrine hanno contrattaccato espellendo dal Tigray sia i reparti delle forze armate di Addis Abeba sia le milizia Amhara loro alleate. Questi combattimenti hanno provocato una gravissima crisi umanitaria. Ma, secondo l’Onu, nelle ultime settimane, solo il 10% degli aiuti umanitari ha raggiunto le aree bisognose.