Due giorni di preghiere, ma anche di festa. È il Timkat, l’Epifania della Chiesa etiope ed eritrea, una festa molto sentita. Da giorni, migliaia di pellegrini sono in marcia per raggiungere i luoghi santi dell’ortodossia. Il centro dei festeggiamenti sarà però Lalibela, la Gerusalemme etiopica dove nelle chiese rupestri si tengono le celebrazioni più imponenti e dove la partecipazione è più massiccia.
Ieri, 19 gennaio, nella città santa vescovi, monaci, preti e diaconi hanno organizzato un lungo corteo con in testa le tavole dell’Alleanza che vengono portate in un prato a valle. I fedeli cantano e danzano per le strade accompagnando la processione. Poi, per tutta la notte, sono rimasti nel pratone a vegliare e a pregare. Questa mattina la cerimonia si è conclusa con l’aspersione dei fedeli con l’acqua santa.
Le celebrazioni di quest’anno sono state più partecipate rispetto all’edizione del 2017, quando il Paese era sotto lo stato di emergenza imposto alle proteste anti-governative. L’anno scorso, i tour operator locali temevano che i disordini politici avrebbero spaventato i visitatori, che di solito arrivano in gran numero.
L’Etiopia è una delle più antiche nazioni cristiane del mondo. Nonostante la crescente influenza dell’Islam, la tradizionale chiesa ortodossa rimane forte.