Ogni anno le multinazionali che operano in Africa trasferiscono illegalmente all’estero 25 miliardi di dollari. Questi fondi, che vengono fatti sparire in paradisi fiscali, sono, in gran parte (23,2 miliardi), frutto di elusioni fiscali da parte delle multinazionali e, in parte minore (2,3 miliardi), legate all’evasione da parte di manager e dirigenti.
A denunciare questa fuga di capitali è uno studio congiunto di Tax Justice Network (Tjn), Public Services International (Psi) e Global Alliance for Tax Justice (Ga4tj). Secondo Global Alliance for Tax Justice la perdita fiscale annuale di 25 miliardi di dollari corrisponde al 52,46% della spesa sanitaria complessiva del continente e al 28,67% della spesa complessiva per l’istruzione del continente africano.
«A subire le perdite maggiori – spiegano gli analisti di Ga4tj – sono Nigeria, Sudafrica, Egitto, Angola e Sudan. La somma delle loro perdite ammontano al 98% di tutte le perdite fiscali, mentre i Paesi a reddito inferiore sono responsabili solo del due per cento del totale. Le multinazionali hanno pagato miliardi di tasse in meno rispetto a quanto avrebbero dovuto, trasferendo i profitti fuori dai Paesi in cui sono stati generati e depositandoli nei paradisi fiscali, dove le aliquote fiscali delle società sono estremamente basse o inesistenti. Gli evasori fiscali privati hanno pagato meno tasse di quanto avrebbero dovuto immagazzinando un totale di oltre 10 trilioni di attività finanziarie offshore».
L’amministratore delegato di Tjn, Alex Cobham, ha affermato che la pandemia di Covid-19 ha messo ancora più in evidenza l’evasione e l’elusione fiscale perché ai Paesi africani sono mancate le risorse per far fronte in modo puntuale all’epidemia. «Esortiamo i governi a introdurre un’imposta sugli utili delle grandi società che cambiano spesso sede per evadere le imposte – ha detto -. Per i giganti della tecnologia digitale che affermano di avere a cuore i nostri interessi, pur avendo fatto uscire miliardi di tributi, questa può essere un’occasione di riscatto».
Le cinque principali destinazioni dei capitali africani sono Paesi con legislazioni compiacenti: Isole Cayman, Regno Unito, Paesi Bassi, Lussemburgo e Stati Uniti. Le Cayman sono responsabili del 16,5% delle perdite fiscali, il Regno Unito (10%), Paesi Bassi (8,5%), Lussemburgo (6,5%) e Stati Uniti (5,53%).
(Enrico Casale)