La Liberia va alle urne per eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Domani, 10 ottobre, undici candidati si sfideranno in un’elezione mai così incerta.
Tra i favoriti c’è Joseph Boakai, del Partito dell’Unità. Per 12 anni è stato vicepresidente di Ellen Johnson Sirleaf, la presidentessa uscente. Ma, stranamente, la Johnson Sirleaf, pur appartenendo allo stesso partito e pur avendo condiviso con lui un lungo cammino politico, non lo ha sostenuto con la necessaria convinzione. Non è stata vista in nessuna sua riunione e si è come estraniata dalla campagna. Boakai è però convinto delle sue possibilità. «Non sono stato presidente – ha dichiarato -, ma ho lavorato a stretto contatto con la presidentessa e ciò mi ha permesso di conoscere i problemi di questo paese meglio di qualsiasi altro candidato».
Lo sfidante più forte di Bokai è George Weah, ex calciatore (ha giocato anche nel Milan) diventato politico. È la terza volta che si candida alle presidenziali. Finora non ha avuto successo, ma nell’ultima campagna elettorale pare che il consenso nei suoi confronti sia cresciuto. Sui manifesti, appare con piccoli occhiali rotondi che gli danno un’aria intellettuale. Forse un modo per smentire l’accusa di essere poco preparato e di non avere una grande formazione. Come vice presidente, ha scelto l’ex moglie di Charles Talyor, l’ex presidente della Liberia condannato dalla Corte penale internazionale per i crimini di guerra.
Se Bokai e Weah sono i due candidati con maggiori opportunità di essere eletti, non vanno trascurati gli outsider. Tra essi, Alexander Cumming. Già numero 2 della Coca Cola negli Stati Uniti, si candida per la prima volta nella madrepatria. Si è presentato come un uomo pulito, che si è fatto da sé. E ciò potrebbe essere un vantaggio in un Paese dove si fa carriera solo in base alle amicizie e alla corruzione. Altro outsider è Chales Brumskine, giurista e oppositore di Taylor.
Da segnalare anche Urey Benoni, uno degli uomini più ricchi del Paese; il principe Johnson, ex warlord che ha catturato e torturato Samuel Doe davanti alle telecamere; Mac Della Cooper, ex fidanzata di George Weah, dal quale ha avuto un figlio, è l’unica donna a correre per le elezioni presidenziali.
La parola ora passa ai liberiani che dovranno decidere chi guiderà la più antica democrazia dell’Africa.