Atteso per oggi il verdetto sul comandante ribelle liberiano Alieu Kosiah, accusato di stupri, omicidi e cannibalismo durante la guerra civile e sottoposto al giudizio di un tribunale svizzero. Si tratta del primo processo per crimini di guerra celebrato in Svizzera, a Bellinzona, davanti a un tribunale civile. Kosiah rischia una condanna fino a 20 anni
Alain Werner, avvocato svizzero che per conto della ong Civitas Maxima ha presentato la denuncia contro Kosiah a nome delle vittime, ha detto che questo può essere considerato “un grande giorno sia per la Svizzera, sia per la Liberia”. “Il caso sta sicuramente sollevando interrogativi sull’impunità in Liberia”, ha aggiunto. E questo è di grande impatto in un Paese che, sino ad ora, ha ignorato le pressioni per perseguire i crimini perpetrati nel corso delle guerre combattute sul suo territorio tra il 1989 e il 2003.
Alieu Kosiah, 46 anni, conosciuto con il nome di battaglia “bluff boy”, ha fatto parte, negli anni ’90 della fazione ribelle Ulimo (United Liberation Movement of Liberia for Democracy) che si opponeva al National Patriotic Front of Liberia, guidato da Charles Taylor. È stato arrestato nel 2014 in Svizzera, dove viveva come residente permanente. Una legge svizzera del 2011 consente di perseguire i crimini gravi commessi ovunque, in base al principio della giurisdizione universale.
La giuria composta da tre giudici presso il Tribunale penale federale di Bellinzona si pronuncerà su 25 capi di imputazione, tra cui il reclutamento di un bambino soldato e un atto di cannibalismo compiuto in gruppo. Kosiah ha sempre negato le accuse, sostenendo di non essere stato lì al momento in cui sono stati commessi gli atti. L’avvocato difensore di Kosiah, Dimitri Gianoli, ha sostenuto che Alieu Kosiah non avrebbe potuto commettere i reati che l’accusa sostiene perché non era presente al momento di questi atti. L’avvocato difensore si è concentrato sul tentativo di mostrare diverse contraddizioni nelle testimonianze delle parti civili – per esempio, il fatto che uno dei querelanti dice che Kosiah indossava una giacca militare, ma questo vestito non è in alcun modo adatto al clima. “Nessuno ha mai indossato quella giacca ma piuttosto magliette, a causa del caldo. Quindi questa è la prova che il testimone sta mentendo”, riferisce il sito justiceInfo.
Circa 15 liberiani hanno testimoniato durante il processo. Le emozioni sono state a volte intense, con Kosiah che ha interrotto ripetutamente i procedimenti nel giorno di apertura per gridare contro la sua detenzione preventiva di sei anni. Uno dei querelanti, che afferma che Kosiah ha ordinato l’omicidio di suo fratello, ha iniziato a tremare durante la sua testimonianza e ha chiesto di essere seduto più lontano dall’imputato, hanno detto i testimoni.
Kosiah, che dice di essere stato a sua volta reclutato minorenne nel conflitto, rischia una condanna fino a 20 anni. Il Comitato per la verità e la riconciliazione della Liberia ha raccomandato la creazione di un tribunale straordinario, ma i procedimenti non sono mai iniziati e alcuni ex signori della guerra ora occupano posizioni di potere.