Un incendio è scoppiato in un centro di detenzione per migranti a Zintan, città nell’ovest della Libia. Le fiamme si sarebbero sprigionate «a causa di un problema elettrico». Il fuoco ha provocato danni materiali al sito. Testimoni hanno riferito ad Agenzia Nova che «circa 20 migranti hanno perso le loro cose a causa dell’incendio avvenuto nel centro, che ospita circa 500 migranti, i quali a loro volta sono da tempo a corto di cibo, e molti hanno la tubercolosi».
Secondo Amnesty International, nel Paese diecimila migranti e duemila bambini sarebbero detenuti in centri simili «in condizioni terrificanti». «Tortura, detenzione, sfruttamento e violenze sessuali – secondo gli analisti di Amnesty – rappresentano l’orrore quotidiano per i rifugiati e i migranti in Libia». L’organizzazione umanitaria punta il dito sull’Europa: «Fornendo alla Guardia costiera libica formazione e imbarcazioni per trasportare i migranti indietro nel Paese, i leader europei contribuiscono a sofferenze inenarrabili. Rifiutando alle persone traumatizzate ed esauste di sbarcare nei loro porti, l’Europa mette a rischio la vita delle persone. Le soluzioni esistono e cambiare questo sistema non è impossibile». Amnesty International ha chiesto ai leader europei la formulazione di un serio piano riguardante gli sbarchi, la riforma del sistema di Dublino e percorsi sicuri e legali che forniscano alternative alle persone che s’imbarcano in viaggi pericolosi.