Spiragli per una Libia stabile e unita. Riuniti da ieri al Cairo, i membri del Parlamento libico e dell’Alto consiglio di Stato hanno deciso di formare un governo unificato, un passo significativo verso la fine della lunga crisi politica in Libia. I rappresentanti, come riferito da varie fonti di stampa libiche, hanno avviato il processo per la presentazione delle candidature per istituire un “governo di competenza” che gestirà gli affari del Paese.
La dichiarazione finale ha enfatizzato la necessità di elezioni presidenziali e legislative basate su leggi concordate e di ampliare il consenso. È stata proposta una tabella di marcia per guidare i passi essenziali verso le elezioni. Inoltre, è stata sottolineata l’importanza di unire gli sforzi per porre fine alla divisione politica e istituzionale che aggrava la corruzione e il deterioramento delle condizioni di vita dei cittadini. La comunità internazionale è stata invitata a sostenere il consenso nazionale e a rispettare il processo decisionale sovrano della Libia.
Saeed Onis, membro dell’Alto consiglio di Stato, ha spiegato che 130 membri del Parlamento e del Consiglio si sono riuniti al Cairo per questo importante incontro che segue la sessione consultiva tenutasi in Tunisia.
La tabella di marcia elaborata in seno alla riunione sarà presentata al Parlamento e all’Alto consiglio di Stato per una sessione e un voto ufficiali. Dopo l’approvazione, inizieranno gli sforzi per unificare l’autorità esecutiva libica.
A giugno, a Misurata, si era tenuto un incontro consultivo con la partecipazione di membri del Parlamento, dell’Alto consiglio di Stato, rappresentanti dei partiti politici e delle forze civili, con l’obiettivo di rilanciare il processo politico in Libia, basandosi sui risultati del precedente incontro allargato di Tunisi. I partecipanti avevano sottolineato la necessità di cooperazione tra tutti gli attori politici e civili per raggiungere un obiettivo comune.
Le discussioni hanno riguardato anche i mezzi per attivare gli accordi precedenti e superare gli ostacoli che ne impediscono l’attuazione. Questo incontro ha visto la partecipazione di diversi partiti politici e forze civili, dimostrando il desiderio collettivo di costruire un futuro migliore per la Libia.
Dal crollo del regime di Gheddafi nel 2011, la Libia è precipitata in una situazione di instabilità e incertezza a causa del dilagare potere di milizie – sostenute da forze straniere – e il progressivo aumento della corruzione e dei traffici illeciti che hanno fatto deragliare in più occasioni il processo democratico.
Il Paese rimane politicamente e territorialmente divisa tra due campi rivali, entrambi restii a concordare un nuovo piano elettorale. Tripoli e il nord-ovest del paese sono sotto l’autorità del Governo di unità nazionale (Gnu) del primo ministro Abdul Hamid Dbeibah, affiancato dall’Alto Consiglio di Stato e dal Consiglio presidenziale; l’est del paese e vaste zone della Libia centrale e meridionale sono nominalmente sotto l’autorità della Camera dei Rappresentanti (eletta nell’ormai lontano 2014) e di un governo parallelo, il Governo di stabilità nazionale, ma di fatto il generale Khalifa Haftar governa questi territori come un regime militare.
L’accordo siglato ieri per la creazione di un governo di unità nazionale rappresenta un primo tangibile segnale per uscire dalla lunga crisi.