I membri della comunità nigeriana in Libia hanno riferito di un’ondata di arresti e multe nei loro confronti a seguito del verdetto della Confederazione del calcio africano (Caf) che ha sanzionato la nazionale di calcio libica dopo le controversie sulla cattiva accoglienza riservata ai giocatori nigeriani in Libia il mese scorso.
“Gli arresti sono iniziati domenica sera in alcune zone di Tedora. Stanno arrestando persone innocenti. Non importa se hai passaporto o permesso di soggiorno” è la dichiarazione del presidente della comunità nigeriana in Libia, Peter Omoregbie, ripresa dal sito del quotidiano nigeriano “The Punch”. Il media riporta inoltre post e reazioni di giornalisti e influencer libici, con frasi vendicative nei confronti degli immigrati nigeriani in Libia e che sostengano che sia la Nigeria a dover pagare la multa di 50.000 dollari comminata dalla Caf alla federazione del calcio libico, che ha denunciato come “ingiusta” la decisione della Confederazione africana. Oltre alla multa, quest’ultima prevede anche la vittoria a tavolino della squadra nigeriana nella partita prevista in Libia per il 15 ottobre, e che i nigeriani hanno rifiutato di giocare per protesta contro la mala accoglienza ricevuta.
Il mese scorso i “Super Eagles”, così sono soprannominati i giocatori della nazionale nigeriana, erano stati trattenuti all’arrivo all’aeroporto di Al-Abraq, nell’est della Libia, per oltre 20 ore. Il gruppo doveva atterrare all’aeroporto di Bengasi e viaggiare per quasi quattro ore su strada fino a Benina, dove si sarebbe disputata la partita.
Tuttavia, meno di un’ora prima dell’atterraggio, il pilota tunisino avrebbe ricevuto una direttiva dalle autorità libiche per dirottare il volo verso l’aeroporto di Al-Abraq, situato a 150 miglia dalla destinazione.