Nel caos libico si e’ aggiunto l’annuncio nella notte del primo ministro Abdallah Al Thani, a capo del governo internazionalmente riconosciuto, che domenica si sarebbe dimesso. Notizia smentita a stretto giro dal portavoce dello stesso governo Hatem al-Arabi. Secondo quest’ultimo al Thani, in uno scatto d’ira dovuto alle pressanti domande dell’intervistatore, ha solo manifestato la sua disponibilita’ generica a dimettersi ove mai il popolo dovesse chiederlo: “Il premier non si e’ ufficialmente dimesso.
Ha detto durante un’intervista televisiva che si sarebbe dimesso se la piazza dovesse chiederlo. In ogni caso le dimissione debbono essere presentate per iscritto al Parlamento che puo’ accettarle o respingerle”, ha sottolineato al Arabi.
Tutto e’ iniziato nella notte con la diffusione di un’intervista ad al-Thani alla tv privata “Lybia channel” in cui il premier l’intervistatore gli ha riportato le critiche piu’ diffuse riguardo la mancanza di sicurezza: “Non v’e’ bisogno che la gente protesti contro di me poiche’ io mi dimetto ufficialmente e presentero’ le mie dimissioni domenica al Parlamento” di Tobruk e “loro (il popolo) potranno cosi’ avere un primo ministro con (poteri) magici che riuscira’ a risolvere tutti i problemi”.
Il nuovo elemento di incertezza, apparentemente rientrati, giunge mentre oggi si terra’ a Ginevra la seconda giornata di negoziati sotto egida Onu per la stabilizzazione della Libia e la nascita di un governo di unita’ nazionale. L’inviato speciale dell’Onu per la Libia Bernardino Leon ha auspicato che le fazioni rivali libiche arrivino entro la fine di agosto ad un accordo con voto finale nella prima settimana di settembre. I negoziati sono stati ritardati di un giorno in modo da permettere ai rappresentanti del Congresso generale nazionale (Gnc, il cosiddetto ‘parlamento di Tripoli’, non riconosciuto dalla comunita’ internazionale) di partecipare agli incontri.
L’accordo raggiunto lo scorso 11 giugno in Marocco, sempre sotto l’egida dell’Onu, non era stata firmato dai rappresentanti del Gnc, che lamentava di non aver visto accolte le proprie richieste di modifica, a partire dal fatto che nel testo dell’intesa fosse esplicitamente previsto che l’unico Parlamento riconosciuto nella sua legittimita’ fosse quello di Tripoli e non il loro.
(12/08/2015 – Fonte: Agi.it)